I ragazzi del Milano Whisky Festival, si sa, sanno scegliere le loro botti: ricordiamo ad esempio un Ardbeg da panico, o un ottimo Caol Ila che sappiamo aver avuto grande successo… Quando l’anno scorso hanno scelto una botte di GlenDronach (che peraltro loro stessi hanno contribuito a far conoscere al pubblico milanese, in diverse degustazioni), nessuno aveva dubbi che sarebbe andato a ruba né che sarebbe stato di alta qualità. Noi abbiamo finito con calma la nostra bottiglia, non senza salvare un sample per la bevuta di oggi. In alto i calici!
N: pure se a più di 57 gradi, l’alcol si sente ma senza pungere troppo. Le tipiche note un po’ sporche di GlenDronach appaiono qui assenti, o per lo meno molto deboli (e qui si tratta di legno umido, di cantina…). Si tratta di una botte ‘scura’: la frutta non è fresca, ma sotto spirito, con ciliegia / amarena davvero in primissimo piano; cioccolato fondente (l’effetto è mon cheri…), liquirizia. Importante la componente agrumata (chinotto); prugne secche? Chiodi di garofano / noce moscata. L’acqua attenua le punte alcoliche e apre, con un cioccolato più aperto e intenso; note di crema di nocciola (Nutella?).
P: l’alcol qui è più evidente, e con esso esplodono tannini davvero esuberanti, quasi troppo. L’effetto complessivo non è certo di sperticata dolcezza, ma di austera legnosità: intendiamoci però, ci sono vere bombette di mon cheri, di ciliegia, di arancio, di caramello, di caffè… Molto compatto; l’acqua è indispensabile perché annega le asperità dei tannini, ammorbidendo e rendendo tutto più cremoso e fruttato (frutta secca, zuppa inglese…). Buono, sì. Tiramisù? Caffè?
F: latte zuccherato, frutta secca, frutta rossa… Esaltante, intenso e lunghissimo. Che finale!
I GlenDronach sanno essere scurissimi, dei veri sherry monster fatti e finiti; questo si allinea perfettamente ad altri due single cask del 1993 (#1607 e #1617) che avevamo assaggiato tempo fa, sempre grazie all’intercessione dei prodi Andrea e Giuseppe. La distilleria, lo diciamo sempre a tutti, fino alla nausea, è tra quelle che negli ultimi anni ha saputo lavorare meglio, o per lo meno ha saputo mettere in commercio botti di sherry di altissima qualità: questa non è da meno, e 88/100 sarà il suo voto meritato (la pensa così anche l’amico Andrea).
Sottofondo musicale consigliato: Bettye Lavette – Joy.
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2 thoughts on “GlenDronach 19 yo (1993/2012, OB for Milano Whisky Festival, cask #1617, 57,2%)”
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[…] abbiamo già parlato qui, quindi non occorre ripeterci troppo. Al naso, abbiamo notato una nota ulteriore, come di tabacco […]