Ma davvero non avevamo ancora recensito un Port Ellen? Poniamo subito rimedio a questa grave falla assaggiando l’ottava versione ufficiale: come saprete, e se non lo sapete, beh, sappiatelo, la Port Ellen era una distilleria di Islay, chiusa nel 1983 perché travolta dallo sgonfiarsi del mercato post-anni ’70. La Diageo, dopo aver venduto gran parte degli stock a imbottigliatori indipendenti, si è poi accorta che dopo un po’ di tempo le botti rimaste a invecchiare probabilmente più del previsto erano veramente spettacolari: dal 2001 è stata lanciata la serie delle annual releases, ovvero vintage speciali che ogni anno vengono razziati dai collezionisti (il sito masterofmalt.com ha terminato le sue bottiglie in tre minuti, quest’anno…) e che, con il tempo, vedono il loro valore lievitare vertiginosamente. Attualmente la Port Ellen è stata interamente adibita a maltatoio e provvede a rifornire le altre distillerie dell’isola. Noi proviamo l’8th release, distillato nel 1978 e imbottigliato nel 2008 (29 anni dichiarati, perché i 30 non sono stati pienamente raggiunti): il colore è di un dorato molto chiaro.
N: colpisce subito perché non è quasi per nulla affumicato. È però profumatissimo, di un’eleganza sbarazzina davvero notevole. Cask strenght è forse un po’ chiuso: emergono inedite note di frutta acerba: banana, soprattutto, ma anche mela verde. Sotto questa coltre (che è anche vegetale: erba fresca appena falciata?) si nasconde una dolcezza delicata ma netta, tutta su note intense di mandorla. Le botti ex-bourbon sembrano agire con levità e decisione. Olio d’oliva, leggere note di cera. Tamarindo, forse. Col tempo e con una goccia d’acqua il dolce si definisce meglio, aprendosi sul legno, su scorzette di limone grattugiate, un po’ di vaniglia. Ora viene fuori anche una buona affumicatura, leggerissima ma deliziosa.
P: cera. C’è una dolcezza algida che sta verso la frutta, con fiammate in direzione della vaniglia e degli agrumi (sarà una follia, ma dovendo sbilanciarci diremmo “mapo” – c’è un che di amarino in sottofondo), che man mano vanno intensificandosi. Menta. La dolcezza è intensa ma in qualche modo ‘erbosa’, è un malto molto fresco: caro mio PE, hai davvero 29 anni?
F: menta, ancora. Il finale è molto fresco ed erbaceo (ricorda in qualche modo un Rosebank, quasi); finalmente emerge un po’ di torba, ma con grande discrezione. Finale delicato ma abbastanza persistente.

La freschezza inattesa è l’aspetto che più ci ha colpito di questo whisky, che davvero (senza che nessuno la viva come una bestemmia) avvicina l’esperienza sensoriale a quella provata assaggiando certi Rosebank. I quasi trent’anni hanno forse temperato un po’ la torba e conferito dolcezza, che c’è, molto delicata; di sicuro non hanno intaccato un profilo vegetale che a noi piace proprio un sacco. Per questa ragione, anche se vediamo che tra i Port Ellen ufficiali l’ottava edizione è la meno quotata (Serge la pensa così), non possiamo assegnargli meno di 90/100.
Sottofondo musicale consigliato: Skye – Call me, cover di una canzone di Blondie contenuta nell’album Hollywood mon amour.
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3 thoughts on “Port Ellen 8th release – 29 yo (1978/2008, OB, 55,3%)”
[…] del 2008, imbottigliamento ufficiale per qualche tempo disponibile solo presso la distilleria; il Port Ellen 8th release, di 29 anni; il mitico Lagavulin 21 yo del 2007; infine, come chicca posta a impreziosire un […]
[…] sulla finezza, ed è in linea con alcuni degli ultimi imbottigliamenti ufficiali (vedi l’ottava release che abbiamo recensito, il profilo è molto simile), tra note di cera, vegetali e un delizioso, […]
[…] Port Ellen 29 yo, 8th release (1978/2008, OB, 55,3%) – 90/100 […]