Un post congiunto per le due versioni più giovani del core range di Highland Park, in modo tale da poter provare a riscontrare le differenze tra due prodotti-base piuttosto simili. Entrambe le espressioni sono un mix di botti ex-sherry ed ex-bourbon, con il 15 anni che vede una percentuale maggiore di ex-bourbon, ed entrambe hanno colore dorato chiaro (il 15 è solo lievemente più scuro).
Highland Park 12 yo (2011, OB, 40%)
N: il naso è piuttosto fresco e floreale (erica, sarà suggestione?), se pure complessivamente gli aromi restano piuttosto sfumati. A dispetto della gradazione, l’alcol si sente, fin troppo. Una nota agrumata molto lieve (limone, forse un pochino d’arancia) si combina con il miele tipico dell’HP. Mandorla, a tratti, frutta secca.
P: leggero (ah, se la gradazione fosse più alta…), ci si muove tra sfumature e non tra sapori forti. L’apporto della quota di sherry è un po’ più presente, con lieve tabacco e un po’ di frutta (mela). Il floreale del naso scompare, mentre la dolcezza è tutta su miele e agrumi (diciamo miele all’arancia? Ma anche no). Leggerissima affumicatura verso la fine, con un’altrettanto tenue nota minerale.
F: non particolarmente lungo, tra una dolcezza un po’ vaga e l’emergere di una flebile spezia.
Non male nel complesso, anche se – come dire – sembra un po’ annacquato. Godibile, va giù come niente, ma le sensazioni sono tutte molto sfumate, fin troppo deboli, forse. Considerando anche il prezzo (basso: 30 euro, circa), nella nostra valutazione non andremmo oltre a 81/100. Un HP da aperitivo.
Highland Park 15 yo (2010, OB, 40%)
N: l’intensità degli aromi è leggermente più decisa: il floreale di prima si attenua e al contempo aumenta il lato fruttato (pesca gialla?) e in particolare agrumato. Arancia caramellata, ancora limone; il solito miele è presente, ma si aggiungono vaniglia (la quota di quercia americana è maggiore, si diceva…) e forse liquirizia. Burro caldo, un po’ di toffee. Lieve affumicatura sullo sfondo.
P: quel che spicca, in un contesto solo lievemente più intenso rispetto al 12 anni, è la frutta, e gli agrumi in particolare si guadagnano il loro spazio (arancia candita, diremmo). Più speziato (pepe), più ‘legnoso’ e più affumicato rispetto al 12, che però al palato era davvero debole. Tende all’amarognolo muovendo verso il finish; continuiamo a rimpiangere una gradazione più alta…
F: non lunghissimo, prevale la liquirizia; frutta secca, ritorna il miele in gioco.
Il 15 anni è a nostro giudizio solo leggermente migliore rispetto al più giovane compare: è lievemente più complesso e più strutturato, ma ancora dobbiamo rilevare come a un naso soft ma intrigante non segua un palato altrettanto strutturato. Probabilmente entrambi i malti, comunque di buon livello, potrebbero trarre giovamento da una gradazione un po’ più alta: ma chi siamo noi per dare suggerimenti all’Highland Park? Nessuno, appunto, e quindi ci limitiamo a registrare la nostra valutazione: 83/100. Serge ha assaggiato batch diversi sia del 12 che del 15 anni, si possono trovare e scegliere qui; segnaliamo anche la bella pagina che Jeff di scotchhobbyist.com dedica a un confronto tra i due whisky (cui si aggiunge il 18 anni, che noi abbiamo recensito qui).
Sottofondo musicale consigliato: Cake – Long time, dall’album Showroom of compassion.
5 thoughts on “Highland Park 12 yo – 15 yo”
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[…] whiskybase il prezzo è segnato attorno ai 40€, dunque più o meno quanto il 12 anni ufficiale: a parità di danaro, questo imbottigliamento ci pare una scelta molto più accattivante, e infatti […]
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