Stiamo traslocando. Per questa ragione, negli ultimi giorni – ahimé – passiamo gran parte del nostro tempo tra Ikea, discariche, furgoni, rulli di vernice… Insomma, le occasioni per bere con calma e lucidità sono minime; nonostante questo, eroicamente eccoci alla seconda parte del nostro viaggio nei Glenrothes; oggi assaggiamo due malti, il primo di circa undici anni (1998-2009), il secondo di circa quindici (1995-2011). Se sopravviviamo alle istruzioni per montare, che so, Skroglund e Bikkentrop, domani arriverà l’ultima parte…
Glenrothes 1998 (2009, OB, 43%)
N: sulle prime è pungente, come già il Select reserve… Pian piano fortunatamente va aprendosi: nocciole e tabacco soprattutto, poi pare quasi di sentire castagne (anzi, le sentiamo proprio). Le botti di sherry danno un apporto tenue. Tanta uvetta. Cioccolato e caramello. A un certo punto concede generose note legnose e di vaniglia. Gradevole ma easy.
P: il terzo di botti ex-sherry (il resto, ca va sans dire, è ex-bourbon) si palesa sotto forma di una certa astringenza; non troppo dolce e senza particolari exploit. Complessivamente è piacevole in bocca, con di nuovo frutta secca (nocciola) e frutti rossi; un po’ di miele, forse.
F: c’è una qualche persistenza amara, legnosa, ma complessivamente il finish è di breve durata e non particolarmente intenso.
Più “complesso” del Select reserve, ha un’evoluzione nel corso della degustazione, dato che tende ad aprirsi prima sulla frutta secca e poi su una dolcezza più composita. Di nuovo però dobbiamo riscontrare uno sbilanciamento verso il lato alcolico (fin troppo presente, soprattutto al naso) e una complessità comunque piuttosto limitata. Il nostro giudizio è di 80/100; al solito, Serge la pensa così e Ruben così.
Glenrothes 1995 (2011, OB, 43%)
N: qui, oltre alla nocciola, vero marchio di fabbrica della distilleria, fa il suo ingresso un carico di frutta matura. Toffee. Più sherry, più vinoso (ancora uvetta). Anche qualche speziatura, con suggestioni di noce moscata. Tutto è più intenso, ci piace di più.
P: finalmente un palato soddisfacente, morbido e saporoso. Che buona la frutta, molto matura. Non si distingue nitidamente un frutto, piuttosto si direbbe un gran mischione (“la frutta quando è molto matura è tutta uguale”, come disse Gigi B.). Malto. Note di caffè. Cioccolato al latte, caramello. Ancora un po’ speziato.
F: abbastanza lungo e ancora sul fruttato. Nocciolo di ciliegia (dolce ma amaro, fruttato ma legnoso, no?).
Un whisky gradevole, beverino ma con una certa personalità. Ben fatto, certamente, e certamente più acconcio al nostro gusto rispetto ai due malti precedenti: il nostro giudizio è 84/100. Serge e Ruben dicono che a confronto con gli ultimi imbottigliamenti questo è un po’ più ‘old-style’; noi possiamo solo fidarci e sperare nel buon cuore di qualcuno che abbia la cantina piena di vecchi Glenrothes…
Sottofondo musicale consigliato: Alicia Keys – Love is blind, dall’album The element of freedom.
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One thought on “Glenrothes parade, parte 2”
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