Siamo in treno verso il primo whisky festival di Roma, lo Spirit of Scotland, e ci pare opportuno bearci delle magnifiche sorti e progressive della tecnologia per condividere le nostre impressioni sul quarto Glenrothes presentato alla degustazione della scorsa settimana. Oggi affrontiamo un vintage del 1988, rilasciato nel 2009, che già dal colore ramato lascia intendere la qualità delle botti utilizzate per l’invecchiamento. Tanto sherry, sì.
N: buono, cremoso, burroso. L’influenza dello sherry si fa sentire tutta: fragola e ciliegia, sul lato fruttato, ma anche note di cuoio, tabacco da sigaro. La frutta secca è presente al gran completo (noce, nocciola – soprattutto – e mandorla). L’uvetta che abbiamo imparato a riconoscere come tratto distintivo dei Glenrothes qui è veramente intensa, e prelude ad altra frutta matura che col tempo vien fuori (mela rossa, soprattutto). In generale, assai maltato (muesli, per intenderci).
P: bello cremoso (suggestione di crème caramel), morbido e buon corpo; molto dolce. L’alcol non disturba affatto, praticamente non si sente. Tanto toffee e cioccolato al latte (proprio kinder, se possiamo); miele. Liquirizia. Scorza d’arancia, verso il finale emerge una nota amarognola deliziosa. Diremmo cappuccino, perché quelle note amare (caffè) sono ben integrate in un complesso dolce e cremoso. Ancora molto malto.
F: abbastanza lungo. Cioccolato al latte e noce in evidenza. Tanta frutta secca, ancora malto. Un po’ di frutti rossi.
Complessivamente, di gran lunga il migliore dei Glenrothes fin qui assaggiati. Molto coerente, non ha punti fuori fuoco; è quel che ci si aspetta da un buon whisky da poltrona, da un buon whisky di vent’anni. Un tripudio di morbidezza, ti avvolge il palato con il suo velluto maltoso. Il nostro giudizio è di 87/100; comme d’habitude, Serge la pensa così.
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[…] Glenrothes 1988 (2009, OB, 43%) – 87/100 […]