Abbiamo in passato assaggiato dei Port Charlotte (versione torbata dei Bruichladdich, per i distratti) indipendenti davvero notevoli; vediamo ora come si comportano gli ufficiali. Dal 2006 la distilleria mette sul mercato un vintage all’anno; come per il Laddie, ora che i primi distillati della nuova gestione hanno raggiunto i 10 anni, questi inizieranno ad essere imbottigliati regolarmente come core range. Il colore è paglierino.
N: il profilo è quello che si aspetta da un giovane Islay in quercia americana; la triade affumicato-vaniglia-marino c’è, ma vediamo com’è declinata. L’impressione è che i PC, tra i torbati di Islay, siano quelli con una vanigliosità più cremosa, e questo non fa eccezione: ricche zaffate di bourbon, vaniglia, frutta gialla (pera), cocco, crema (crema di mascarpone?); note di marzapane, meringa. Non molto marino (lievi note salmastre), mentre il lato affumicato è tutto su carbone e legna bruciata. Qualche goccia di limone. L’acqua amplifica il bruciato.
P: l’alcol senz’acqua, fa brutto: l’intensità tipica dei PC è però ben riconoscibile, con una fiammata di dolcissima vaniglia, molta liquirizia, a seguire una intensa affumicatura (carbone, cenere, soprattutto). Note vegetali e minerali davvero buone. Rispetto al naso, l’affumicatura e la parte marina si fanno più avvolgenti, bilanciando bene la dolcezza monolitica ma ancora “giovane” (pera, crema, brioche). Botti iperattive, con un costante martellamento legnoso.
F: il marino e il fenolico arrivano adesso a dominare la scena; note vegetali molto intense, con in secondo piano una bella mandorla, una bella vaniglia. Lungo, intenso, persistente.
Semplice, diretto, buono. Il lato dolce e vanigliato tende a prevalere su quello isolano, ma con diverse proporzioni nei tre momenti: al naso non c’è storia, al palato l’affumicatura torna imponente e al finale resta quasi solo lei. Un buon equilibrio mutevole, tutto con grandissima intensità grazie all’interazione tra un ottimo distillato e delle botti molto molto marcanti. A noi piacciono, i Port Charlotte, e questo non fa eccezione: 88/100 il nostro verdetto, e Serge la pensa così. Un caro saluto a Fede, che con questo PC8 ci andrebbe pure a letto.
Sottofondo musicale consigliato: Steve Vai – Jibboom.
2 thoughts on “Port Charlotte “PC8” (2009, OB, 60,5%)”
[…] sono state messe sul mercato diverse edizioni limitate a numerazione progressiva (PC5, PC6, PC7, PC8, PC9…), fino ad arrivare al recente PC12, che assaggeremo a breve; la qualità è sempre […]
[…] Port Charlotte ‘PC8’ (2009, OB, 60,5%) – 89/100 […]