Squagliandoci sotto al sole, abbiamo pensato che il modo migliore per finire al pronto soccorso fosse tracannarsi un bel torbatone a più di 60 gradi: non abbiamo tutti i torti, vero? Assaggiamo un Port Charlotte della serie ‘Valinch’, ovvero le edizioni limitate (e ricercatissime in asta) di Bruichladdich; nello specifico, ecco la versione Prediction, che in qualche modo voleva anticipare l’uscita del PC10. Si tratta di un whisky maturato in bourbon per nove anni e finito per sei mesi in botti di Chateau Latour, che per chi non lo sapesse è uno di quei vini francesi costosissimi (e che si tratti di una cialtronata colossale, proprio roba da francesi, si capisce dando un’occhiata al sito [ndr: francesi, stiamo a scherza’, suvvia]).
N: 63° e non sentirli: apertissimo. Port Charlotte, ciao, sei tu: rispetto ad altri OB assaggiati, ancora più giovani, questo – almeno cask strength, e forse per il finish – risulta più naked, nel senso che pare decisamente meno ‘cremoso’. Spiccano note di salsa BBQ; è piuttosto vegetale e marino, per ora sembra che il vino non abbia ‘arrotondato’ né coperto (ebbràvo Jim). Note di salamoia, di torba, di eucalipto. Dicevamo meno cremoso, sì, ma col tempo emergono note bourbonesque (whiskyfacile: creiamo neologismi dal 1983). Buccia di limone. Vediamo con acqua… Agrume più nitido; la componente vinosa è più intellegibile. Anche spezie più distinte (chiodi di garofano).
P: 63° e sentirli tutti. Presenta la solita mostruosa intensità di Port Charlotte, a partire da un tappetone di torba e affumicatura acre; però ci pare forse eccedere in rudezza, perché queste note non sono mitigate da una spiccata dolcezza, ma anzi restano punte vegetali, di inchiostro (dev’essere il vino), oltre a una legnosità davvero hardcore. Liquirizia; ancora note mentolate. Ancora, il vino pare seccare più che arrotondare. L’acqua allevia l’impatto alcolico: è più vanigliato e zuccherino, ma non cambia radicalmente.
F: fieno e torba e inchiostro e acqua di mare. Lungo e molto persistente.
Ci eravamo abituati a giovani Port Charlotte in grado di mascherare la propria età: a questo non riesce lo stesso miracolo, anche se la straordinaria intensità lo salva da una bocciatura. In ogni caso, non ci pare di grande complessità né particolarmente entusiasmante; insomma, non è il PC che ci sconfinfera, ed anzi forse è il primo a non persuaderci del tutto, ma il suo 84/100 se lo guadagna con merito. Si trova attorno ai 200 euro, ma okkio: la bottiglia è da 50 cl.
Sottofondo musicale consigliato: Marilyn Manson – The Beautiful People.
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[…] Port Charlotte Valinch ‘Prediction’ (2003/2012, OB, 63,5% – 50 cl) – 84/100 […]