Dopo un tripudio di Glendronach, decidiamo che vogliamo bere ancora qualcosa di buono… Scegliamo dunque una distilleria che amiamo, ovvero Springbank, e nello specifico optiamo per la versione torbata, vale a dire Longrow: eccoci con davanti il Longrow ‘Red’, undici anni di invecchiamento di cui 7 in botti refill-sherry e 4 in Cabernet-Sauvignon… Sì, suona strano, lo sappiamo, ma con il Longrow finito in Barolo ci era andata davvero bene! Il colore è ambrato.
N: oggi, niente verbi: anima Longrow (torba tipo ‘tubo di scappamento’, pepe), anima dolce (poca vaniglia), chiodi di garofano, mirtillo (un sacco: vino rosso!), inchiostro, liquirizia. Infine, anima dannata, e tornino i verbi per l’occasione: nitidi sentori di vino rosso che ci paiono davvero poco integrati. Un che di mentolato, in crescita. Un merito? L’alcol si sente poco. Dopo un po’ ci si abitua alla stranezza del naso, comunque.
P: brutto, brutto, brutto. Ha un sacco di personalità, e proprio questo è il problema: speravamo in anima Longrow + ‘sporcatura’ del vino, ma qui – ahinoi – i fattori si ribaltano per una tragica fatalità. Tannini inutilmente esuberanti stringono il palato fin da subito, con un alcol che in più è qui ben presente. Il vino rosso si distingue nitidamente, assieme a un che di plasticoso a tratti inquietante. Della distilleria rimane l’agrumato e una intensa, inquinata affumicatura.
F: amaro; paraffina, pepe, formaggio. Lungo, intenso e persistente. Purtroppo.
Totale ripugnanza reciproca tra vino e whisky. Il naso ancora ancora era accettabile, palato e finale sono – a nostro gusto – davvero discutibili; avevamo in mente, chissà perché, una recensione positiva di Serge, che invece, rileggendolo dopo la nostra degustazione, era molto critico, avvertendo però che altri avrebbero potuto apprezzare di più una tipologia di whisky certamente molto intensa e particolare. Beh, quegli altri non siamo noi, ma vi invitiamo comunque a cercare di provarlo: piaccia o no, è un’esperienza… cui noi daremo comunque il voto di 72/100.
Sottofondo musicale consigliato: violenza senza quartiere con i Dark Funeral e la loro My Funeral. Che titolo originale, eh?
4 thoughts on “Longrow ‘Red’ (2012, OB, 52,1%)”
Una chicchetta di cui sono a conoscenza grazie all’importatore italiano : l’azienda australiana produttrice del vino contenuto nelle botti si chiama Long Row.
Pino, a questo punto, per analogia, attendiamo un Octomore dog (il tuo) finishing…
http://www.youtube.com/watch?v=r-OpKeDnDPw
[…] Longrow ‘Red’ (2012, OB, 52,1%) – 72/100 […]
Sto sorseggiando in questo momento un longrow 11y Red Cabernet Franc Matured davanti a un camino schioppettante, dopo averlo già assaggiato (e essermene subito innamorato) qualche settimana fa, al Whisky Festival.
Non so dirvi di quello di cui parlate in questa recensione perché non l’ho mai assaggiato, ma questo che ho in mano è un dram di altissima… altissima… qualità. Che ne pensate?