Aggirandoci per i bar della zona di Milano vicino casa abbiamo scoperto un piccolo tempio sconosciuto del whisky. L’Harp Pub Guinness, in piazza Leonardo Da Vinci, custodisce infatti decine di malti dei decenni passati, immoti in un’atmosfera in pieno stile anni ’80. Noi abbiamo salvato per spirito di servizio un sample di Glenfarclas 15 anni risalente alla fine degli anni ’70, una vera chicca la cui bottiglia viene venduta oggi a prezzi folli, e che ci è parso carino confrontare con l’ultima versione del 15 yo della distilleria di Ballindalloch. La comparazione è stata davvero stimolante, e oggi iniziamo con il “nuovo nato”.
N: uno stile di sherry tutto sommato ‘secco’ e senz’altro di concezione moderna (diciamo subito che l’altro Glenfarclas è un lontanissimo parente di questo); un po’ pungente, con anche sulle prime una nota di cartone bagnato che pian piano va scemando, ma mai del tutto. Pur con questi spigoli, il profilo complessivo, grazie anche a un prolungato riposo nel bicchiere, è nobilitato da una serie di aromi eleganti e tutti sherried: crostata di fragole, nocciola, marzapane, chips di mela e frutta disidratata in generale. Uvetta. Si percepisce anche un che di legna appena tagliata (o di lucido per legno); latte zuccherato. Arancia candita, un pizzico. Poggiando il dram e passando al vecchio Farclas, al nostro ritorno ci sembra incredibilmente più giovane: il naso, sconvolto dalla complessità dell’altro, pare regalare note di canditi, di lievito, di malto giovane…
P: ecco lo scoglio maggiore che, a nostro gusto, ci impedisce di apprezzare al meglio i Glenfarclas del core range: la poca potenza del palato. Nel complesso è fresco e permane una secchezza di fondo. Suggestioni mandorlate e una frutta rossa discreta. Zucchero bruciato (anche nel senso di marmellata appena fatta). Tanto malto cerealoso, per un whisky che è un po’ tutto qui. Nota di merito: la compatezza, il sapore unitario e in definitiva caratteristico della distilleria.
F: torna la frutta secca, anche latte. Un poco di fumo di sigaro. Lungo, persistente, gradevole.
Leggendo la recensione su Whisky Fun- per una volta si assegna un voto, 84/100, identico al nostro, son soddisfazioni!- ci siamo imbattuti e abbiamo condiviso in pieno un inciso di Serge, che riassume perfettamente la natura di questo dram: “Not very demonstrative, but very nicely balanced”. Detto con parole nostre: timidino il ragazzo, ma se gli si dà fiducia, non è poi malaccio.
Col suo parente dal passato comunque racconteremo tutta un’altra storia…
Sottofondo musicale consigliato: per questa gelida giornata di fine anno, Ruth Moody – Cold Outiside
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