Longrow, lo dobbiamo dire ogni volta?, è la versione ‘più torbata’ di Springbank: 55 ppm per Longrow contro 15 ppm del malto base della distilleria; oltretutto si tratta di una doppia distillazione, contro le due e mezzo di Springbank (che vuol dire? che parte del whisky è distillato due volte e parte tre…). Questa versione, esistente dal 1973, è distillata a Campbeltown solo per circa due mesi all’anno, ed è un peccato, data la qualità costantemente alta degli imbottigliamenti di casa; di certo bisogna apprezzare dei malti nervosi, non ruffiani, ma hey!, è per questo che ci siamo appassionati al whisky, no? L’imbottigliamento di oggi è già storia, dato che non esiste praticamente più in commercio; si tratta di un malto invecchiato in botti ex-bourbon e poi finito in barili ex-sherry.
N: il primo impatto rivela tutto l’apporto del finish, con note di uvetta, zuppa inglese, prugne cotte (frutta cotta in generale); note pungenti, di sherry ‘appuntito’, tra l’alcolico e il vinoso. Ma è pur sempre Longrow, qui lo sherry non agisce su un distillato debole: e quindi ecco forte la torbatura molto ‘bruciacchiata’ (braci, lucido per legno; pancetta) più che minerale (anche se… col tempo pare crescere una nota tra il marino e la salamoia). Con tempo e ossigeno, il tutto va scurendosi, con note di tabacco da pipa aromatizzato molto intense, di cuoio, di spezie (cannella, noce moscata, pepe); frutta disidratata (fichi, albicocche, scorza d’arancia). Malto buono, molto vivace, ottima interazione tra botti e distillato. Ci sono anche note di vaniglia, che danno un po’ di freschezza.
P: molto coerente col naso, di cui in pratica replica ogni nuance, ogni sfaccettatura. Qui forse emerge un che di fruttato, più fresco, che forse deriva dal primo tempo passato in bourbon?, e che comunque è di grande intensità e di piacevole dolcezza, soprattutto all’inizio. Quasi pesche sciroppate, albicocche… Comunque, tanta frutta disidratata. Aumenta esponenzialmente il lato Longrow, con molta più affumicatura (più fumo, più cenere, più cuoio; ma anche proprio torba, qui, evidentemente minerale, con anche un accenno di cera e un che di sapidino). Qualche suggestione mentolata? Pur restando equilibrato, dopo un po’ si lasciano andare note amarognole, con note di agrume amaro, di ferrochina, forse.
F: lungo e ceneroso / torbato; frutta secca, ancora ferrochina, dolceamaro. Agrumi caramellati. Anche una leggera nota umida, cerosa, minerale… fantastica.
Molto ‘old school’, con quel fantastico velo di mineralità… Longrow fino al midollo: sulle prime, soprattutto al naso, pare più banale, in realtà tempo e ossigeno lasciano libera la bestia. Se amate whisky rognosi, spigolosi e vecchia scuola, questo fa per voi… 88/100.
Sottofondo musicale consigliato: Ronnie James Dio – Stand up and shout.
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One thought on “Longrow 14 yo ‘Sherry Cask Finish’ (2010, OB, 46%)”
[…] Longrow 14 yo ‘Sherry Cask Finish’ (2010, OB, 46%) – 88/100 […]