Oramai quasi un decennio fa lo storico produttore e imbottigliatore scozzese Ian MacLeod, proprietario di Glengoyne e Tamdhu, ha lanciato il marchio Smokehead, ovvero sia imbottigliamenti contenenti whisky di una singola distilleria di Islay, la cui identità è però accuratamente celata. Ne esiste una versione base invecchiata 6 anni, ma anche quella ‘Extra Black’ che andiamo ad assaggiare oggi, dall’invecchiamento ben più importante e di cui sono state prodotte 6 mila bottiglie. Tra l’altro Smokehead è diventato una release iconica, con tanto di sito, concorsi per bartender e concerti a tema. Insomma, un gran circo. Il buon Fabio Ermoli, di Aritrade, ha l’esclusiva per la distribuzione in Italia e sono già due anni che spadroneggia nel contest organizzato dal festival romano Spirit of Scotland. Così, tanto per capirci.
N: si presenta splendidamente aperto. Al principio emerge una robusta coltre marina, iodata, di alghe in un’atmosfera brumosa; dopo qualche minuto però grande è il bouquet d’aromi: mele rosse, caramello, vaniglia e zucchero a velo. Ma c’è di più, qualcosa di più ‘scuro’ e pesante, che rivela forse l’età: liquirizia, zafferano, un pelo di chinotto. Legna bruciata: e qui arriva il fumo, intenso pervasivo, acre e ‘dolce’ al contempo. Un naso completo e gradevole.
P: molto beverino (Serge parla di “dangerous whisky“), dal corpo spensierato; ma nonostante ciò conferma la personalità vivace e di nuovo molto scura: ancora chinotto e liquirizia; pepe nero. E poi ancora più in profondità: tè nero affumicato (Lapsang Souchong), un velo d’eucalipto. C’è un retrogusto amaro un po’ medicinale e poi rispetto al naso aumenta a dismisura il fumo di torba, così intenso da formare una coltre che si attraversa a fatica. Non è salato come il naso lasciava presagire, ma solo lievemente salmastro.
F: inizia su una dolcezza legnosetta (liquirizia, noce moscata, pepe, cola) e prosegue poi all’infinito sulla torba, acre e smoggosa, fumosissima.
Non abbiamo ancora assaggiato la versione base ma per una volta ci sembra che il gran chiasso del marketing di cui parlavamo all’inizio sia ben supportato da un prodotto solido, di grande bevilità ma anche dalla discreta complessità; il tutto a un prezzo tutto sommato umano di circa 90 euro. Per quel che riguarda il nome della distilleria dietro a questo nettare isolano, non azzardiamo piroette nel buio, non sapendo nemmeno se le due versioni di Smokehead- il 6 e il 18 anni- siano realizzate con barili provenienti dalla medesima distilleria. Ci limitiamo a far notare che su Internet molti sembrano ritenere che si tratti di Ardbeg; noi siamo dubbiosi per una sola ragione: con questi prezzi sarebbe l’Ardbeg 18 anni (o giù di lì) di gran lunga più economico da molto tempo. Bisognerebbe tornare indietro fino all’Airigh Nam Beist. Ad ogni modo il voto è un bel 90/100 rotondo rotondo.
Sottofondo musicale consigliato: Iggy Pop – Lust for life
[youtube https://www.youtube.com/watch?v=jQvUBf5l7Vw&w=560&h=315]
3 thoughts on “Smokehead 18 yo (OB, 46%)”
Grazie ragazzi Smokehead è un vatting tra 6/8/12 anni Extra Black 18/21 e se non ricordo male anche 23 Il batch precedente di Smk era Ardbeg ed in effetti era più charcoal smoke e decisamente meno dolce maltoso L ‘attuale da 3 anni Caol Ila , non mi risulta essere un segreto Ho un centinaio di robbe da farvi assaggiare, sentiamoci
Inviato da smartphone Samsung Galaxy.
Non possiamo mai essere sicuri di niente ma…….
Quando partì si diceva fosse fatto con Ardbeg e probabilmente era così.
Comunque non ci sarebbe niente di strano se nel 18 ci fosse sempre Ardbeg perchè una volta fatto un contratto per acquistare un tot di barili all’anno (e un contratto fatto più di 10 anni fa) il prezzo sarebbe sempre quello del tempo in cui è stato stipulato l’accordo tra le parti, anche se ora i prezzi crescono in maniera “allucinante”.
[…] Smokehead 18 yo (OB, 46%) – 90/100 […]