Qualche tempo fa abbiamo avuto il piacere (il privilegio) di assaggiare un Glen Grant di 52 anni imbottigliato da Gordon & MacPhail: oltre a quel whisketto, il pacco comprendeva anche un Dallas Dhu, un Glen Mhor e uno Strathisla di 48 anni… Roba da niente, eh? Abbiamo atteso fin troppo, ora è il momento di tirargli il collo e di metterlo alla prova della degustazione: sarà meglio lui o il più vecchio Glen Grant? Si tratta anche in questo caso di una botte ex-sherry first fill, riempita nell’anno in cui l’Inter vinceva la sua seconda Coppa dei Campioni di fila, tenuta a invecchiare nei vaults di G&M per quasi mezzo secolo e inspiegabilmente finita in casa nostra, se pure in quota minima.
N: molto aperto e accogliente, satura le narici con botte aromatiche davvero maestose. Come prevedibile già dal colore, lo sherry domina la scena, restando sia fruttato e succoso, con importanti note di frutta rossa (fragole, ciliegie, perfino ribes, anche in composta), sia profondo, con suggestioni evidenti di tannini, di tabacco da pipa (aromatizzato, con mele), pesche sciroppate, prugne secche, uvetta, miele scuro, fichi secchi, un senso di malto tostato… Oli essenziali d’arancia, ed un velo appena accennato di cola. Ma se fosse solo questo, sarebbe solo complesso: e invece è complessissimo, con una lieve ma costante nota mentolata (anzi: proprio di dopobarba); poi cioccolato, liquirizia, un po’ di spezie.
P: rispetto al naso, la componente di tannini si prende più spazio, con un attacco mentolato e forti sentori vegetali, erbacei, di infuso lasciato lì; di tabacco, di cioccolato, di fonda di caffè. D’altro canto, dopo 48 anni in botte… Il lato fruttato arriva, con un carico di frutta rossa non dolce (ci vengono in mente le bucce…), con una nota sottile, quasi di tropicale ipermaturo. Zuppa inglese. Anche qui una nota tostata, quasi di bruciato, accompagna verso il finale.
F: ancora fumo e bruciato; liquirizia amara, e un ritorno di frutta rossa e ciliegia intensa. Ancora un retropensiero vagamente dopobarboso.
Il naso è fantastico, stupendo, clamoroso, ben sopra i 90 punti: ha una complessità davvero convincente e, soprattutto, ci si pone davanti proteiforme, in continua e indefessa evoluzione. Il palato retrocede su un lato legnoso un po’ eccessivo, d’altro canto da mettere in conto dopo tutti quegli anni di interazione botte-distillato, e genera con un tripudio tanninico combinazioni di sapori veramente personali; il finale invece torna a esplodere con un perfetto equilibrio tra le due anime e una grande intensità. Spegneremo l’incandescenza del cuore per tenere salda la concentrazione e provando sommo rispetto per un whisky di questa caratura diremo 88/100.
Sottofondo musicale consigliato: Hooverphonic – Single Malt
[youtube https://www.youtube.com/watch?v=a-PcOnQSeFA&w=610&h=415]
2 thoughts on “Strathisla 1965 (2013, Gordon & MacPhail, 43%)”
[…] abbiamo già assaggiato un Glen Grant 52 yo indimenticabile, oltre a un Dallas Dhu 34 yo e a uno Strathisla 1965 molto interessanti. Si tratta di imbottigliamenti davvero importanti, impreziositi dalle storiche […]
[…] Strathisla 1965 (2013, Gordon & MacPhail, 43%) – 88/100 […]