
Finalmente, è giunta l’ora: l’abbiamo sbevazzato fugacemente prima di partire, l’abbiamo ribevuto a Campbeltown, l’abbiamo appena riassaggiato con calma e con tutti i crismi della degustazione: Kilkerran 12 anni, il primo imbottigliamento stabile nel core range di casa Glengyle dopo la gloriosa serie Work in progress. 70% botti ex-bourbon e 30% ex-sherry, si tratta del primo grande traguardo raggiunto dalla minuscola distilleria satellite di Springbank, aperta nel 2004 con la supervisione assoluta del leggendario Frank McHardy. L’etichetta, senza fronzoli come piace lassù, è finalmente bianca, senza quelle tonalità pastello che in passato qualche ironia hanno sollevato nei maliziosi. Ritroveremo quelle note ‘sporche’, costiere e minerali che tanta gioia ci avevano dato? Oppure il primo traguardo coincide con caratteri più ruffiani? Ai posteri l’ardua sentenza, anzi, che diciamo: siamo qui per questo, a noi l’ardua sentenza!
N: nasone! Fin dai primi attimi si capisce che gli aromi tenderanno ad avvicendarsi spesso e volentieri. Troviamo sicuramente le screziature della casa: dalla salamoia al bacon, da un’aria di mare davvero potente a una leggera cenere, con anche una nota sulfurea di fiammifero. Torbato e minerale (pare sia a 15 ppm), e quindi ricorda la terra bagnata. Olii essenziali di limone ed erbaceo (Serge parla di timo, ci sta). Orgasmico. E aggiungeteci pure delle zaffatine convinte ma non eccessive di pasta di mandorle, vaniglia, pesche e un che di uvetta.
P: masticabile e oleoso, di certo non difetta in intensità di sapori. Di nuovo spicca tutto ciò che graffia: sale, mare, burro e una nota accennata di zolfo. Che torba avvolgente, ragazzi. Sa poi molto di cereali, di corn flakes con qualche goccia di miele. Zenzero. La dolcezza comunque sta sempre un gradino sotto, a far da sottofondo a un malto di sfaccettata eleganza: tanti spigoli, tanto onore.
F: malto pulito e un po’ di frutta rossa essiccata. Un senso di cenere, di ritorno alla terra. Perchè cenere siamo…
Eravamo ansiosi di recensire questo imbottigliamento, almeno da quando quattro anni fa abbiamo assaggiato il nostro primo Work in Progress: questo 12 anni rappresenta esattamente la nostra tipologia di daily dram ideale, ha una complessità del tutto inconsueta per gli imbottigliamenti di questa fascia di prezzo (costa meno di 50€!) e tiene in primissimo piano tutti gli spigoli che caratterizzano i malti di Cambeltown. La dimostrazione che l’artigianalità è una strada che paga? Senz’altro, la nostra valutazione sarà direttamente proporzionale alla nostra goduria: 90/100.
Sottofondo musicale consigliato: Feeder – Eskimo.
4 thoughts on “Kilkerran 12 yo (2016, OB, 46%)”
[…] Kilkerran 12 yo (2016, OB, 46%) – 90/100 […]
[…] non solo perché beve troppi whisky di Islay, badate bene, ché lui con la torba ci lavora. Oltre a Kilkerran, Caol Ila e Longrow, in degustazione avevamo il secondo imbottigliamento stabile del core range di […]
[…] attesa di una mia più esaustiva recensione, beccatevi qui quelle sicuramente più interessanti dei Facili e di Mastro […]
[…] cinque whisky bevuti in compagnia di una settantina di appassionati lo scorso giovedì 2 aprile. Il Kilkerran 12 anni e il Caol Ila 18 anni ‘Unpeated’ li avevamo già recensiti, e vi rimandiamo a […]