
Chiariamo subito una cosa: questa recensione e il suo incredibile tempismo sono il frutto del colpo di genio di un uomo e di una donna che, pur stremati al termine di due giorni di Whisky Revolution Festival in quel di Castelfranco, hanno gettato il cuore, il fegato e ogni altro organo vitale oltre l’ostacolo. La sala era ormai vuota, gli stand irrimediabilmente deserti, le bottiglie di whisky già tutte malinconicamente impilate a formare bancali, ma i prodi – il nostro Marco Zucchetti e Nadia Bastianon, che fino all’ultimo e oltre ha animato il banco di Velier – hanno realizzato all’unisono che Halloween era ormai alle porte e che proprio una distilleria in portfolio dell’importatore genovese aveva appena sfornato un’edizione limitata di 5000 bottiglie dedicata guarda caso a questa festa ammerigana. In un attimo il bancale era sbancalato, i due come furie ad aprire scatoloni, il sample riempito per la lieta ricorrenza.
N: riconosciamo subito una nota che ricorre nei whisky della distilleria, vale a dire un bel carico di frutta secca, soprattutto noci ma anche mandorle. Il profilo generale è di quelli umidi, tra la scatola di legno chiusa da tempo, il cartone bagnato e un filo di cera. Si sente anche la torba, ma abbastanza timida e dal fumo accennato. C’è poi tutto un lato che ricorda cose dolci molto cariche, tra il caramello, i fichi secchi, tanta scorza d’arancia candita e la mela rossa caramellata. Vaniglia, certamente, mentre la parte speziata la riassumiamo con una suggestione di pan dei morti.
P: attacca deciso, forte anche di una gradazione dignitosa. Le note agrumate dominano in lungo e in largo, con ancora arancia candita; dolce e ricco, avvolge il palato con note di vaniglia, creme caramel, uvetta sotto spirito, pesche succose e mele gialle. In effetti sembra fatto per riscaldare il cuore e accontentare i golosi che, con la scusa dei primi freddi novembrini, iniziano a divorare zuccheri a ogni ora del giorno. La torba è ancora un di più ed esce più che altro sulla distanza, regalando una suggestione di caldarroste e un filo di sapidità.
F: abbastanza lungo, su note di zucchero rappreso, cera e frutta secca. Vive la torba, ben integrata.
Chi segue questo spazio sa che su Glenrothes abbiamo spesso speso parole amare. Immaginatevi quanto potevamo partire prevenuti su un’edizione speciale di Halloween con un’extra maturazione in botti che hanno contenuto whisky torbato. E invece il magico mondo del whisky di malto è magnificente proprio perché sa stupirti a ogni assaggio, trasformare una sicura beffa in un whisky gradevole. In generale questo Glenrothes è ben congegnato, un malto moderno creato con uso spregiudicato dei legni per spingere forte su note zuccherine, sontuose, al limite dell’eccesso. Per chiuderla con un discutibilissimo gioco di parole, da cui d’altronde davvero non sappiamo esimerci, noi avremmo giurato fosse scherzetto, e invece era dolcetto: 86/100.
Sottofondo musicale consigliato: Tones And I – Dance Monkey (acoustic cover)