Torniamo a vagolare nei magazzini di Claxton’s, e ci imbattiamo in un barile ex-sherry di Auchentoshan, distillato nel 1991, esattamente dieci giorni dopo che l’Azerbaijan aveva dichiarato la sua indipendenza dall’Unione Sovietica. Sarà forse una coincidenza? Beh, noi non crediamo proprio. Riuscirà il whisky di una delle pochissime distillerie rimaste a praticare la tripla distillazione in Scozia a rendere onore alla baffuta fierezza dei nostri amici azeri, o crollerà piuttosto a terra come una statua di Lenin abbattuta dai manifestanti?
N: arriva molto ricco, con note decise di croccante alla nocciola e caramello. C’è una dimensione fruttata, certo zuccherina, tra la mela rossa glassata e il chinotto. Un profilo scuro, molto virato sulla botte. Anche note di chiodi di garofano e prugna. Il distillato non è pervenuto, e nel complesso, a giudicare dalla freschezza, non pare dimostrare i suoi 26 anni.
P: l’alcol è molto ben integrato, arriva forte il legno, tra liquirizia, frutta secca e caramello. Prugne e uvetta bruciacchiata del panettone (c’è chi sbrocca e dice: trecce all’uvetta del panettiere!). È vivo, con una certa spiccata acidità.
F: finale medio lungo, discretamente elegante e rotondo con una bel legno piacevole.
Claxton’s ci ha abituato a whisky mai cafoni, equilibrati e centrati. Qui il barile, complice forse un distillato non così di personalità, fallisce l’obiettivo di entusiasmare, perché con 26 anni sulle spalle ci si aspetta un poco di complessità in più. Diciamo che da solo forse non avrebbe avuto la forza di abbattere il regime in Azerbaijan, ecco – gli mancano i baffi. Ad ogni modo, sia chiaro: resta una bevuta piacevole e stiamo comunque parlando di uno dei migliori Auchentoshan mai assaggiati, almeno nella nostra limitata esperienza: 85/100.
Sottofondo musicale consigliato: U2 – Desire.
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