Al di là dei gusti personali e delle legittime aspirazioni di ognuno a esplorare le più alte vette del whisky di puro malto, non possiamo non riconoscere che quando parliamo di blended scotch whisky Chivas Regal sia un campione indiscusso. Tralasciando il successo commerciale- quarto blended scozzese più venduto al mondo dopo Johnnie Walker, Ballantine’s e Grant’s- è soprattutto il peso della Storia che affascina: l’apertura del primo emporio dei fratelli Chivas ad Aberdeen risale al 1801, il primo blended 25 anni fu lanciato negli Usa nel 1909 e il classico Chivas 12 yo è sul mercato senza mai concedersi una pausa dal 1938! Insomma questa azienda, sotto al cui cappello societario sono tra

l’altro oggi radunati anche tutti i single malt del gruppo Pernod Ricard, ha accompagnato fin dagli albori il percorso del whisky scozzese, finendo anche inevitabilmente per influenzarlo, se è vero come è vero che senza il mercato del blending non ci sarebbe bisogno di quella splendida varietà di distillerie di malto che tanto apprezziamo. Dopo la doverosa premessa, è però anche bizzarro notare come la corsa alla differenziazione (sia per gli anni d’invecchiamento che nei barili usati) nei core range dei single malt di questi ultimi anni abbia anche influenzato la categoria dei blended whisky, sicuramente ben più rilevante in termini commerciali (90% circa delle vendite di Scotch). E così a partire del 2007 anche Chivas è passata da un’unica referenza- il 12 anni- alla formazione di una vera e propria gamma, ideata dallo storico master blender Colin Scott; anzitutto è stato riesumato il 25 anni, ma sono arrivati anche un 18 yo, l’Extra, Ultis, il Mizunara Cask e altri. Ultimo arrivato nel 2018 è questo 15 anni, o meglio questo XV, dicitura che strizza l’occhiolino al mondo del cognac. Parleremmo di inutile richiamo, se non fosse che questo Chivas compie l’ultima parte dell’invecchiamento proprio in barili ex cognac. E quindi sotto col bicchiere!
N: arriva subito una sensazione di ossidato, di rame, una leggera nota metallica. La parte fruttata è bella evidente, con pesca melba e mele. Crosta di pane e una nota vinosa, quasi da vin santo. Miele, caramello e scorza d’arancia. Si fa largo una sensazione di umido, con Angelo Corbetta che passava di qui per caso e ricorda le mele che si tenevano a maturare nei cassettoni della sua infanzia.
P: un ingresso certo non esplosivo, con un corpo esile, in contrasto però con una sensazione generale che vira generosamente sul liquoroso (caramelle appiccicaticce, possibilmente all’arancia). Brioche alla marmellata (industriale). Una dolcezza di grano molto evidente. Un senso di torta soffice, di crostatina.
F: finale abbastanza breve. Emerge un sentore alcolico un po’ maldestro e un sacco di caramello.
Da bere, non da degustare col sopracciclio e il mignolino alzati: e ci siamo intesi. Comunque gioca nel suo campionato, che è un campionato di bevute spesso chiassose, scanzonate, e- perche no?- miscelate, e in questo contesto spicca come un vecchio gigante buono e rassicurante. Un bel passo in avanti rispetto al 12 anni: 79/100.
Sottofondo musicale consigliato: Johann Strauss – Sul Bel Danubio Blu
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[…] Chivas Regal XV (2018, OB, 40%) – 79/100 […]