Qualche tempo fa ci siamo accorti di un grave vulnus nel nostro piccolo mondo whiskofilo. Ci siamo accorti che dopo quasi dieci anni di onorata attività, ancora non abbiamo recensito un Ben Nevis ufficiale. Onta e disonore. Ma come mai questa spregevole manchevolezza? Semplice, perché i Ben Nevis OB in Italia sono come le Pringles al cocktail di gamberi: tristemente introvabili. Dunque abbiamo mosso mari, monti, valli e colline in mezza Europa e alla fine ce l’abbiamo fatta. Siamo riusciti a mettere le mani su una boccia del 10 yo, che invecchia in un mix di botti ex bourbon ed ex sherry, e lo abbiamo vivisezionato nella prima serata di tasting del cda allargato di whiskyfacile. Insomma un whisky simbolico che entrerà nella storia di questo umile blogghettino.

Piccola postilla: la nostra maledizione con Ben Nevis – di cui più volte abbiamo apprezzato lo stile particolare – ha radici lontane. Due di noi hanno provato a visitarla, ma sono arrivati tardi per il tour. E un altro ci è arrivato in un giorno meteorologicamente standard per Fort Williams, ovvero con un diluvio orizzontale da apocalisse, e ha marcato visita.
Ben, ti preghiamo, facciamo pace.

N: pronti, via e subito attributi sul tavolo. Se il carattere si vede dal naso… Un inizio con note ‘off’, come di certi malti di distillerie con worm tubs. Come, Ben Nevis non li usa? Come non detto, diciamo rame e cuoio. C’è poi una sensazione di frutta secca, fra le nocciole e le noci brasiliane, magari con del cioccolato al latte. Un che di violetta balena qui e là. Poi, fra le pieghe di un naso comunque pungente, si fa strada una frutta scura, densa: pesca maturissima, buccia di arancia al limitare della muffa. Un profilo complicato, che ammicca al sulfureo, con note di fiammifero, polvere e una torbetta minerale. Grafite?
P. stesso stile, diverso registro. Le note sporchine retrocedono parecchio e lasciano il palcoscenico a una dolcezza maschia fatta di miele, mela gialla, susine e malto. Pian piano, il lato fruttato da giallo si fa arancione, con di nuovo pesca matura e mandarino, in levare. Mentre scriviamo, si sposta di nuovo e appare un che di tropicale, ananas maturo e un guizzo di papaya. Un palato scattante, nervoso, reso ancora più mutevole da quelle puntine di pepe e tabacco piccante. Ancora un lieve senso di fiori, stavolta erica. Nocciolo di pesca.
F: di nuovo sorprendente, compare la crosta del pane, rimane il miele, fa capolino una sapidità inaspettata.
Quattro teste per capirci così poco? Non per discolparci, ma questo è un whisky da serie tv. Avete presente quelle serie antologiche dove ogni stagione racconta una storia diversa? È quel che succede in questo dram: episodio pilota un po’ pulp, prima stagione dark, seconda stagione pura azione, ultima stagione esistenzialista. Fuor di metafora, un whisky divertente e complicato, ricchissimo di sfumature, sfuggente, che ha in mano tante carte buone. Addirittura carte di due, tre mazzi diversi. A noi è piaciuto tanto, sarebbe bello trovarlo più facilmente: 88/100.
Sottofondo musicale consigliato: Lera Lynn – The only thing worth fighting for. Dalla colonna sonora della seconda stagione di True Detective.
2 thoughts on “Ben Nevis 10 YO (2019, OB, 46%)”
[…] Ben Nevis 10 YO (2019, OB, 46%) – 88/100 […]
[…] di vista alcolico. Si apre con una certa sporcizia sulfurea molto tipica, che c’è anche nel 10 anni base. Patatine alla paprika, rame, ciabatte di pelle un po’ sudate. Ma anche verdure indiane al […]