
Proseguiamo con le interviste agli imbottigliatori indipendenti Scozzesi: questa volta tocca a Gregor Hannah, uno dei più giovani ad essersi affacciati sul mercato negli ultimi anni, con il marchio Lady of the Glen.
Come ti sei innamorato del whisky, come ha avuto inizio tutto?
È stata la collezione di whisky di mio padre ad ispirarmi davvero! Era membro della Pipe Band del reggimento Black Watch, ed è grazie alla sua cornamusa che spesso gli veniva regalato whisky ai matrimoni, ai funerali e ai compleanni. È riuscito ad accumulare una collezione straordinaria senza pagare nulla, e tutti questi whisky diversi, con etichette, storie e marchi diversi, suscitavano davvero un grande interesse, perché l’unica cosa che avevano tutti in comune era che erano prodotti in Scozia. Da quel momento in poi sono rimasto affascinato dal whisky, ma è stato solo dopo la laurea che ho imparato a conoscere i single casks, e così ho seguito quella strada…
Qual è stata la sua carriera nel mondo del whisky?
Ho iniziato la mia carriera nel whisky nel 2012, quando ho fondato la Hannah Whisky Merchants Ltd: da allora ho imbottigliato con il marchio Lady of the Glen. Prima non avevo avuto alcuna altra esperienza nell’industria del whisky, e non vengo da una famiglia che abbia lavorato al suo interno.

Come è cambiata l’industria del whisky da quando hai iniziato a lavorarci, e come è cambiato il liquido da quando hai iniziato a berlo?
Ho iniziato a lavorare nel settore da relativamente poco, quindi non ho visto molti cambiamenti. Le botti delle distillerie chiuse sono molto più rare e molto più costose: se prima vendevo una botte di Caperdonich per circa 86 sterline a bottiglia, la nostra release più recente conteneva un Caperdonich che si avvicinava alle 400 sterline! C’è stato anche un aumento delle nuove distillerie aperte da una proprietà indipendente, e un ulteriore sviluppo delle distillerie di whisky all’estero, sia in Inghilterra che a livello internazionale, quindi sembra che il mercato sia diventato molto più competitivo.
Tu sei abbastanza giovane, e Lady of the Glen è un marchio relativamente giovane, dato che è stato istituito nel 2012. Quali sono i principali problemi per una start-up di un imbottigliatore indipendente, e come pensi che il business sia cambiato negli ultimi otto anni?
Il nostro principale problema all’inizio è stato l’accesso limitato alle botti. Dal 2012 ho costruito relazioni migliori con alcune delle più grandi aziende di Whisky, per permetterci di acquistare botti a prezzi migliori e da una gamma più ampia… Oltre a questo, ho sviluppato relazioni con le cantine e con i produttori di vino internazionali per procurarci botti di vino e liquori, in modo da permettere all’azienda di accedere più facilmente a botti uniche: bodegas in Portogallo come Josafer vicino a Porto, Hidalgo Barrels in Spagna per gli ex-sherry e Veneta Botti per l’Amarone nel Nord Italia, per citarne alcuni. Infine, le release più frequenti ci hanno permesso di rilasciare costantemente il prodotto, cosa che è stata essenziale per noi, per sviluppare un rapporto commerciale affidabile con i nostri distributori.

Ti procuri new make oppure vai direttamente alla ricerca delle botti? Di solito lavori con broker, distillerie o proprietari privati?
Ogni anno acquistiamo una quantità relativamente limitata di new make, e attualmente acquistiamo da una gamma limitata di fonti molto affidabili. Quando ho iniziato, ho acquistato da proprietari e broker privati, ma ora la situazione è cambiata quasi completamente. Ora cerco di far maturare le botti a mia discrezione e provo a essere più selettivo con le uscite: abbiamo più di 200 botti di proprietà dell’azienda al momento, e stiamo continuamente crescendo sotto questo aspetto.
Cosa cerchi in una botte, prima di decidere di imbottigliarla? Come descriveresti la filosofia di Lady of the Glen come imbottigliatore indipendente?
All’interno di ogni release cerchiamo di garantire che ci siano imbottigliamenti che soddisfino dei criteri specifici, in modo da rispondere alla domanda che varia continuamente. In ogni lotto di imbottigliamenti cerchiamo di avere una botte di sherry, una botte più vecchia e una più economica. Tuttavia, non importa quale sia la botte o come si adatti ai criteri, mi assicuro che provenga da una distilleria che non abbiamo già imbottigliato negli 12 mesi precedenti e che naturalmente soddisfi uno standard minimo di qualità. Solo in circostanze eccezionali rilasciamo botti di meno di 10 anni, e cerchiamo di garantire che ogni whisky abbia un equilibrio tra il distillato originale e l’influenza della botte…

Se ci avviciniamo al tuo magazzino… dicci, hai una botte particolare su cui hai grandi aspettative? Parliamo dal punto di vista di un amante del whisky, non tanto dal punto di vista commerciale.
Certo! L’anno scorso ho rilasciato una botte di Caol ila che è stata trasferito in una botte che aveva contenuto vino Amarone, #313406. Questa uscita è stata davvero importante per me, perché ho dovuto impegnarmi molto per trovare una cantina di Amarone che potesse vendermi le botti: una volta che le ho avute, è stata una scommessa aspettare e vedere come sarebbero andate a finire. Tuttavia la botte ha superato le mie aspettative, ho scritto delle note di degustazione incredibili, con cose come “sperimentare le note di muschio assieme a note di ananas e zucchero di canna”, oltre ad amarena e cioccolato e altre note che uno si aspetterebbe dall’Amarone. Ha funzionato davvero, ed è andato sold out molto rapidamente. L’uscita è stata così popolare che ho ri-trasferito tutta la nostra gamma di Islay in vino Amarone; alcuni barili erano stati riempiti in contemporanea con il #313406, e adesso non vedo l’ora di provarli, con un po’ di maturazione in più. Rilasceremo uno di questi barili nel prossimo outrun: l’ho già assaggiato, ed è molto più intenso del #313406!
E in effetti tu hai lavorato molto sui barili, e hai sperimentato molto con dei finish in sherry e vino nelle tue uscite, appunto per ottenere dei profili di sapore nuovi e inusuali; quanto può influire una botte su un whisky, e cosa ne pensi della pratica del reeracking?
Ho scoperto che le botti possono avere davvero un impatto enorme, proprio come ci si aspetterebbe. Studiando per il mio diploma post-laurea in Brewing and Distilling presso Heriot Watt e attraverso le mie letture, ho imparato molto su come funziona l’influenza della botte e su cosa fa: e però l’esperienza concreta degli assaggi dei risultati dei miei re-rackings è sempre un’esperienza piacevole – anche se a tratti può essere snervante, perché non si può mai veramente prevedere cosa accadrà! Ricordo di aver acquistato un certo numero di botti di alta qualità, anche relativamente costose, da una bodega: dopo aver trasferito del whisky al loro interno mi aspettavo una grande influenza del legno, ma quando le ho assaggiate dopo un anno avevano un colore arancione chiaro bruciato, che implicava un’influenza piuttosto limitata della botte. Normalmente ci si aspetterebbe un colore molto più scuro dalla botte di sherry, soprattutto considerando la reputazione della bodega. Tuttavia, quando ho annusato i campioni e li ho assaggiati, mi sono reso conto che i whisky erano stati “sherrizzati” con grande eleganza, anche con un sapore tostato che ha reso il whisky più equilibrato, nel complesso. Il re-racking è una pratica che ho adottato consapevolmente, affinché Lady of the Glen possa proporre un whisky unico e di alta qualità. Se fatto con cura e pazienza, il re-racking è un modo eccellente per creare un whisky davvero particolare e unico, che beneficia di un’attenta gestione del legno e al contempo mette in evidenza i tratti positivi della distilleria.

Quali sono le tue distillerie “nascoste” preferite, che non sono così famose ma che producono un grande distillato?
Non sono sicuro che ci siano così tante distillerie nascoste al giorno d’oggi… Tuttavia, le distillerie che trovo davvero piacevoli sono Bunnahabhain, soprattutto quando è in sherry; Blair Athol, che fa un whisky eccezionalmente robusto e delizioso; anche Dailuaine mi piace sempre molto.
Quali sono i tuoi tre whisky preferiti di sempre, quelli che porteresti con te su un’isola deserta?
Penso che sceglierei sicuramente Johnnie Walker Black come daily dram sull’isola. Poi prenderei la botte numero #2905 di Secret Islay 2002, 14 anni, imbottigliato da Lady of the Glen: sarebbe per i fine settimana, e per festeggiare la cattura del pesce. Il mio dram più importante invece sarebbe il Lagavulin Jazz Festival, che userei per festeggiare la creazione del fuoco, e quelle altre cose tipiche da isola deserta…