Ancora riflessi filmati dal Whisky Revolution Freedram: come alcuni di voi sapranno, in quanto rater irredimibili abbiamo chiesto ai partecipanti al festival di farsi complici delle nostre stesse colpe e di assegnare un voto in centesimi a ogni whisky che assaggiavano, in modo da poter poi eleggere il ‘migliore’ del festival. Senza voler qui fare della filosofia sui criteri di valutazione condivisi, ché era una cosa per divertirsi, mica una competition internazionale, ci limitiamo a riportare il verdetto: ha trionfato come malto più apprezzato dai presenti questo single cask ex-bourbon di Tobermory, selezionato e imbottigliato da Jack Wieber’s nel 2018 nella pittoresca serie Old Train Line. Si verifichi il giudizio della giuria popolare, immediatamente!

N: che bel naso, seducente e complesso. Molto burroso e profondo: pastafrolla senza dubbio, poi note di paste alla crema e mela – la frutta c’è, tanta, c’è mela, c’è la pera, ci sono perfino note che veleggiano verso la tropicalità… Ma è una tropicalità candita, essiccata: cocco e mango essiccati. La mela, a ripensarci, è devastante: è in ogni forma, c’è mela stufata, mela fresca, buccia di mela in scatola di tabacco… Una piccola patina di cera ci era sfuggita, sulle prime, ma c’è, e contribuisce all’esaltazione.
P: molto ricco, ma qui conferma le promesse del palato solo in parte, proponendosi come molto più tagliente e affilato di quanto il naso prefigurasse. C’è una nota molto Tobermory, con qualcosa di metallico e polveroso. Tante spezie anche, con un pepe strano e noce moscata, o chiodi di garofano… La frutta c’è ma è poco riconoscibile, tra un lieve caco, la mela e un senso d’arancione diffuso (succo d’arancia zuccherato, dicono). Un che di castagna, un poco di crema pasticciera – ma un poco, proprio.
F: lungo, persiste questa nota tagliente, metallica e polverosa (sarà verderame?); qui arriva una punta floreale, forse violetta?
Non so, forse è solo una sensazione del lunedì mattina, ma ultimamente ci capita sempre meno di frequente di trovare whisky ‘incoerenti’, che mostrano un profilo diverso tra naso e palato: beh, in questo caso l’abbiamo trovato! Questo Tobermory esibisce un naso davvero eccezionale, profondo e screziato, mentre al palato si fa più affilato e polveroso, rivelando l’anima più ‘weird’ della distilleria, sporchino e irriducibile alla ruffianeria – forse un pelo troppo spinto in quella direzione? Mah, è questione di gusti, di certo colpisce per la sua particolarità. Nel complesso, confermiamo che si tratta davvero di un grande whisky: 89/100.
Sottofondo musicale consigliato: Jorja Smith X Preditah – On My Mind.
One thought on “Tobermory 22 yo (1995/2018, Jack Wieber’s, 44,3%)”
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