
Qualche settimana fa abbiamo avuto l’occasione di inaugurare un nuovo progetto in collaborazione con il distributore e importatore Fine Spirits. L’idea è quella di proporre un nuovo modello di whisky bar, rivoluzionando il servizio e soprattutto il modo di raccontare i whisky, non più con la classica suddivisione per zone, nazioni o, peggio, per prezzo, ma immaginando i whisky divisi per profili aromatici. Ma questa è una lunga storia, di cui parleremo presto. Oggi invece si parla di whisky in miscelazione, e più precisamente la miscelazione proposta da Luca Granero, head bartender del Dash Kitchen, cocktail bar e ristorante torinese, dove appunto abbiamo inaugurato la nostra personalissima rivoluzione in fatto di whisky bar. Ovviamente il Dash è ora chiuso per le norme anti pandemia, ma alla riapertura ne vedremo delle belle…

Questo locale dallo stile industrial chic, sorto all’interno di una ex tipografia nel brulicante quartiere di San Salvario, può già contare su un’estesa bottigliera per quanto riguarda i distillati, e soprattutto sull’estro creativo di Luca, un barman eclettico, grande appassionato di Agave e molto interessato allo studio delle materie prime e dei processi produttivi in generale. Insomma, un secchione ma con la follia creativa di un bartender moderno.
A tutto questo aggiungiamo pure che il Dash è la seconda creatura partorita da Massimo De Cristofaro, proprietario dello storico Irish Pub Six Nations, dove mezza Torino ha esultato, pianto, si è innamorata e ubriacata; un covo senza tempo coi contorni di un affascinante labirinto a due piani, che custodisce decine di bottiglie di whisky oramai introvabili ma rigorosamente aperte.
Ecco capite bene che le premesse per spingere a livelli altissimi sul whisky ci sono tutte. Intanto prepariamoci a questo sorprendente Old Milk Punch…

Ingredienti
- Bulleit Bourbon
- Roe & Co Irish Whiskey
- Père Labat Rum
- Fonseca Porto
- Banana Liquor
- Champagne A. Robert
- Sherbet Ananas
- Lime
(Drink chiarificato con latte vaccino)

Sulle prime siamo rimasti molto stupiti dalla ricetta di questo drink, costruito con ben 6 bevande alcoliche differenti. Temevamo un effetto macedonia e invece ci siamo dovuti ricredere in pieno: ogni elemento trova il suo spazio in una successione temporale davvero entusiasmante; la parte fruttata del rum è ben distinguibile, così come l’acidità dello champagne, e intanto i whisky sorreggono il tutto con le loro spalle larghe. L’equilibrio è davvero magico e l’intensità dei sapori è poderosa, per un drink che rimane senza ombra di dubbio una delle cose più buone assaggiate in questo 2020. Ma facciamocelo raccontare dalla viva voce del suo creatore Luca Granero:

“Ho voluto utilizzare elementi che tendenzialmente la gente non è abituata a bere in una chiave moderna, dove l’intersezione tra ciò che sento e ciò che sto per sentire è in continua mutazione. E così al palato sentiamo subito la vaniglia del bourbon, mentre l’Irish l’ho utilizzato soprattutto per avere struttura alcolemica. Il Porto dona poi vinosità, che tra l’altro a livello olfattivo si lega al metodo Champenoise di A. Robert. La cosa particolare è che avremo da quest’ultimo note di lieviti e pane al naso, che poi però spariranno in bocca. Poi arriva la frutta, con una banana data dagli esteri del Pere Labat, un rum agricole molto fresco. Il risultato è un drink multistrutturale, che cambia a ogni sorso”.
La cosa bella è che effettivamente tutto ciò accade, amici! Cheers, Salute!