Macché imperialismo e questioni geopolitiche, c’è una verità che non vi dicono: la Cina vuole riannettere Taiwan solo per bersi tutto il whisky dell’isola. Sveglia!!11!!1! I media mondiali la fanno passare per una semplice manovra militare di Pechino, ma pare che Xi Jinping in realtà stia montando ad arte il cancan diplomatico per nascondere il fatto che va matto per Kavalan. D’altronde la distilleria dell’estremo Oriente è rinomata dal 2015, quando l’espressione Vinho Barrique fu dichiarata da quel fulgido esempio di moralità e rigore di Jim Murray “Best whisky of the world”. Da allora Kavalan si è ritagliata una buona fetta di mercato e in Italia viene importata – come altri marchi della Maison du Whisky – da Velier. Qualche espressione in passato l’abbiamo assaggiata, fra cui un grado pieno in sherry. Qui invece abbiamo il “base”. Inteso come base militare cinese, ovvio. Oddio, ma che Kavalan stiamo scrivendo? Il colore è mogano scuro.

N: l’intensità è pazzesca, è un neutrino di sherritudine assoluta. Ci sono uvetta, prugne secche, frutta sotto spirito e arancia rossa. Il tutto immerso in uno zabaione scuro, pastoso. Ci sono sfumature umami (aceto balsamico concentrato) e una dolcezza potente, di caramello caldo colante. Insomma, non ci sono dubbi che i barili contenessero Oloroso (d’altronde è scritto in retroetichetta). Caso mai il dubbio è se di Oloroso ne siano rimasti dei litri in quelle botti, perché l’influenza è davvero clamorosa. Cioccolato e spezie (cannella, chiodi di garofano).
P: vietato ai minori perché molto spinto, come certi filmetti zozzi. Un macchinario ci asfalta la bocca di legno, vino e pepe nero al primo sorso. In particolare le spezie sembrano imbizzarrite, ancora chiodi di garofano e tanto tabacco, c’è proprio la sensazione di piccantezza di certi sigari. La frutta è più o meno sovrapponibile a quella che già avevamo annusato: prugne secche, fichi secchi, datteri, forse un po’ più di chinotto. Quello che colpisce però è una sostanziale superficialità del gusto: è come se mancasse al palato di profondità. Rimane anche un filo alcolico. Nel retrogusto però rimane un piacevole sentore di toast con la marmellata e il caffè.
F: medio corto, ancora chinotto ma stavolta sotto forma di bibita, con caramello e forse cola. Astringente, spunta la liquirizia.
Lasciateci due righe per dire una cosa degli invecchiamenti tropicali. La vulgata è che in zone come Taiwan, con temperature e livelli di umidità mostruose che al confronto le anse del Po ad agosto sono fresche come i fiordi, l’interazione fra legno e distillato sia accelerata e che “un whisky di 3 anni è complesso come uno di 12”. Ecco, è vero solo in parte. Senz’altro è vero che lo scambio fra botti e spirito avvenga più in fretta. Ma quel che manca – perché solo il tempo può darla – è appunto la profondità, l’equilibrio. Questo Kavalan è fenomenale al naso, davvero raro trovare degli sherry oak così possenti. Peccato per il palato che invece mostra i limiti della gioventù. La media rimane comunque un onestissimo 85/100.
Sottofondo musicale consigliato: Gwen Stefani – What you waiting for
One thought on “Kavalan Sherry oak (2017, OB, 46%)”
[…] Kavalan Sherry oak (2017, OB, 46%) – 85/100 […]