
Come dice sempre René Ferretti, il regista di “Boris”, per caricare la troupe prima di girare: “Dai, dai, dai”. Anche noi ci facciamo forza a vicenda (o era a Vicenza?) e proseguiamo con le Special Releases 2022 che Diageo ha mandato ad Ansalone, che Ansalone ha mandato a Corrado, che al mercato due Bentley comprò. Oggi tocca al punto fermo, il sole intorno al quale gira il sistema delle SR: il mitologico Laga 12. Quest’anno due piccole note: è dichiarato “heavily peated” ed è invecchiato in un mix di barili ex bourbon e virgin oak. Curiosità: anche il Feis Ile di primavera era un 12 anni, e anch’esso in refill bourbon e virgin oak. Fantasia, portaci via. L’animale guida è una fenice incendiata che somiglia al pollo quando le nonne gli strinavano le penne rimaste. Il colore è quello del vino bianco.

N: qualcuno diceva “refill”? Sì ma quanto refill, direbbe la teenager dello spot della teleselezione SIP (sì, siamo vecchi). Insomma, è bello nudo, il barile pare aver lasciato poco. Così come il Talisker, anche qui ci sono olive ed erbe aromatiche. Solo che le olive sono taggiasche, sott’olio, unte. E l’erba è più che altro rosmarino e coriandolo. Non è spaccone, piuttosto c’è timidezza: una dolcezza basica, di zucchero e caramella fondente al limone, viene accostata da cenere e fuliggine. Tuttavia, come succede anche in Octomore, l’effetto non è davvero acre, la torba rimane quasi un passo indietro. Diluito, emerge invece la grassezza della torba organica di Islay: olio di merluzzo.
P: alcuni di noi sostengono sappia di ganja bruciata, per cui amici della Polizia Postale che leggete e che di questi tempi siete in cerca di sfattoni da sbattere al gabbio come nemici della nazione, sappiate che non è Zuc l’appassionato di sigarette che fanno ridere. Fuor di scherzo e cannone, si apre ancora sulle erbe, ma stavolta più su toni freschi, di anice e soprattutto assenzio. Per il resto è coerente col naso: meringa al limone, cristalli di zucchero, geleé zenzero e limone della Haribo (amici della Haribo, aspettiamo ancora i pallet di prodotti come ringraziamento per le infinite citazioni). Oleoso, avvolge il palato con un olio vegetale e molto giocato sui toni del diesel, del catrame. Con due gocce d’acqua migliora molto, si fa più piacevole l’anice, diventa più beverino e si staglia il classico malto di Lagavulin, così grassamente torbato.
F: braci, dolcezza, semi di finoncchio e caffè di cicoria bruciato.
Partiamo col voto, che è un 87/100. Che nella scala dei valori del Laga 12 anni, uno degli imbottigliamenti più costanti della storia, significa che non ci ha fatto impazzire. Intendiamoci, è sempre un gran bel bere, e anche stavolta resta una specie di trascrizione liquida dell’anima di Islay. Epperò forse a noi Lagavulin piace quando è meno torbato in termini di ppm. Non sapremmo dire se è quello il morso che tiene frenata l’espressività del purosangue di casa, fatto sta che ci è sembrato un po’ contratto. Una leggere diluizione lo fa volare via in tutta la sua scatenata bellezza. Per provarlo andate qui.
Sottofondo musicale consigliato: The Rolling Stones – Wild horses.
One thought on “Lagavulin 12 yo ‘Special release 2022’ (2022, OB, 57,3%)”
[…] Lagavulin 12 yo ‘Special release 2022’ (2022, OB, 57,3%) – 87/100 […]