Non è stata facile, la missione è stata piena di insidie, i Viet Cong erano ovunque, abbiamo rischiato grosso. Eppure ce l’abbiamo fatta, la serie delle 8 Diageo Special Releases 2022 è stata assaggiata e recensita. Ci avviciniamo oggi alla chiusura con un Cardhu 16 anni affinato in barili che avevano contenuto rum giamaicano distillato in pot still. Non è la prima volta che la distilleria dello Speyside più amata di Spagna finisce nelle SR, ma è la prima volta che viene affinato in botti ex rum. Ok, beviamolo e poi possiamo rimettere i nostri fegati in formalina in attesa di nuove avventure. Ma prima vi dobbiamo le note, ovvio. Ah, l’animale guida è una specie di pavone-fagiano multicolor che sembra uscito da un trip da mescalina e peyote e il colore è quello dei vini bianchi.

N: si apre pungente, l’alcol due schiaffi te li dà volentieri, e poi tocca agli esteri della fermentazione: del whisky o del rum, quien sabe? Ad ogni modo, è un naso vibrante, che procede a scatti e pizzica piacevolmente. Ricorda immediatamente la ginger beer, poi succede una cosa curiosa: procede spedito e sicuro su due binari paralleli, la dolcezza e un’intrigante sapidità. Da una parte note di caramella fondente alla banana, cocco essiccato, agrumi canditi e distillato di mela; dall’altra gocce di salamoia, cetrioli sottaceto agrodolci. Originale il giusto, gradevole a tutto tondo.
P: anche qui l’attacco è pungente, molto vegetale. L’alcol sembra più equilibrato rispetto al naso. Ma è proprio l’intero palato a essere bilanciato e rotondo. La frutta (mela, pesca, pera, forse un po’ di banana) non è molto tropicale, più una macedonia sciroppata. L’unica nota funky è una sensazione acetica di salsa agrodolce al ristorante cinese. Vaniglia, pepe rosa e una dolcezza da Mandarinetto Isolabella.
F: medio corto, dolce, geleé all’arancia, noce moscata e zenzero.
Cardhu non alberga esattamente al centro dei nostri cuoricini, e a dirla tutta manco i finish in rum giamaicano. Eppure… Eppure è buono, con una frutta croccante e una divertente spalla sapida, acidina. Non c’è nulla di seduto e fiacco, in questo whisky che sembra avere l’argento vivo addosso, e anche una bella dose di spezie. Certo, non siamo di fronte a un capolavoro dell’arte distillatoria che rimarrà negli annali, ma è un bell’esperimento riuscito in pieno: 86/100. Disponibile su Aquavitae.
Sottofondo musicale consigliato: Articolo 31- Tranqui funky