Tamdhu 18 yo (2022, OB, 46.8%)

I nostri primi ricordi del Tamdhu sono legati indissolubilmente alla bottiglia, che ricorda quella del St. Germain e a noi piace sempre assai. Tamdhu è una di quelle distillerie ingiustamente poco considerate, anche se Alfred Barnard, il primo “reporter” dello Scotch, la definiva “la più innovativa e meglio costruita della sua epoca”. Fondata sulle rive dello Spey, pioniera nell’installazione della cosiddetta Saladin Box per il maltaggio, Tamdhu da sempre invecchia in sherry, con la parentesi della proprietà Edrington. Da quando è passata ad Ian Mac Leod, ha ricominciato con le vecchie, sane abitudini e questo 18 anni appunto matura in botti ex Oloroso. Lo abbiamo assaggiato prima di Natale al Mulligan’s, durante una degustazione di alcune chicche del gruppo distribuito da Rossi&Rossi, e ora siamo qui per dirvi la nostra superflua opinione. Il colore è un rame carico.

N: tutto l’Oloroso minuto per minuto. Sembrano gli highlights delle note classiche, un bigino di invecchiamento in sherry: si parte in territori oscuri, di cioccolato extra-dark e polvere di caffè, poi si passa ai frutti neri (fichi secchi, ribes, marmellata di more), con variazioni nel campo della pasticceria: per esempio ci viene in mente quella torta di grano saraceno e mirtilli che fanno a Bormio. Pro-loco di Bormio, l’iban ve lo mandiamo in separata sede. Quest’ultima parte, cioè quella di prodotti da forno, si fa sempre più vivida: ci sono biscotti, pan di zenzero, chiodi di garofano e mostaccini, quei biscotti cremaschi alle spezie che si usano per i tortelli. Col tempo spunta anche un accenno di brodo del bollito, o forse è una zuppa di pane casereccio e vino rosso cotto. Insomma, un pranzo in un dram.

P: come Elle MacPherson: The Body. Il corpo è eccezionale, masticabile e ampio. Subito tanto malto e biscotto (biscotti ricoperti di cioccolato), Lagaccio e crostata molto cotta. Il caffè è più evidente rispetto al naso (Pocket Coffee), così come l’effetto del legno. Non pensate però ad astringenze e spiacevolezze, quanto piuttosto a té forte molto infuso, sigaro, bastoncino di liquirizia. Si fa più oleoso man mano che si sorseggia, e di nuovo è un safari tra marmellata di mirtilli rappresa e arancia rossa, con un che di pepe. Più che un sorso, un morso di whisky.

F: lungo e godurioso, uno zabaione alcolico al caffè e all’Oloroso.

L’entusiasmo parla per noi e ci fa dire 91/100. Che è tanto, tantissimo, ma bisogna dirlo quando un OB raggiunge livelli di intensità e peculiarità degni di un single cask. Snoccioliamo le cose che ci sono piaciute: sherry totale ma non totalizzante, legno e alcol integrati alla perfezione, complessità inconsueta, corpo magnifico, moderno ma con un che di vecchia scuola. Tamdhu, we love you.

Sottofondo musicale consigliato: System of a down – This cocaine makes me feel like I’m on this song