Lo Yorkshire è un posto che vale la pena di visitare. Non solo perché York è una splendida città, non solo perché il paesaggio di brughiere vale la Scozia e non solo perché si mangia il miglior fish&chips d’Inghilterra, ma anche perché ci fanno un ottimo whisky. Filey Bay è l’unica distilleria dello Yorkshire e se ne sta sulla costa, qualche km a sud della Scarborough cantata da Simon & Garfunkel. Utilizza soltanto orzo coltivato nella fattoria di famiglia, Hunmanby Grange, e curiosamente distilla per sei mesi l’anno avvalendosi anche di un alambicco a colonna di rettificazione a 4 piatti. Così suggerì Jim Swan quando li aiutò ad aprire, nell’ormai lontano 2016. Insomma, non una semplice replica dello Scotch, ma qualcosa di diverso.
In Italia viene distribuito da Cuzziol e noi ne abbiamo già assaggiati un paio, tra cui la first release che ci aveva ben impressionato. Oggi assaggiamo un single cask in Pedro Ximenez, l’hogshead #294, una bella bestia imbottigliata a grado pieno. Il colore è un mogano rossastro.

N: magia, non si sente niente. Incredibile quanto la gradazione abbia quasi del tutto mutizzato l’olfatto. Occorre davvero tanta pazienza per iniziare ad cogliere qualcosa, come quando gli occhi si devono abituare al buio: ciliegia cotta, potpourri, arancia rossa. Anche un senso tropicale, che ci ricorda quel frutto curioso che è la pittaya, da cui l’imprecazione “porca pittaya”. Necessita assolutamente di diluizione, e quando succede si sprigionano cose belle: fichi secchi, cioccolato, un filo di talco (siamo pur sempre sulla costa), foglie. Si sviluppa anche un lato più scuro e umami, di salsa di soia rappresa e Vegemite. Chiodi di garofano, spezie e pepe: il bicchiere vuoto è un inno al vin brulè.
P: un missile Patriot caricato di un immenso sherry. Poderoso, clamorosamente scuro. Iniziamo con una curiosa nota di nastro adesivo, di cui noi come ben sapete andiamo ghiotti: gli altri chiedono di aggiungere la doppia mozzarella sulla pizza, noi chiediamo il nastro adesivo. Ci sono poi uvetta bruciata, nocino, tamarindo, un legno quasi iper-tostato e caramellato. Masticabile, quasi da tagliare con coltello e forchetta. Rotelle di liquirizia, fondi di caffè e cotognata. Cannella a nastro. Con acqua si fa più maltoso, accanto ai chiodi di garofano si snocciolano caramello e biscotti allo zenzero. Pastoso e molto buono.
F: lungo, panettone con gocce di cioccolato fondente, pepe nero e marmellata di ciliegie di nuovo.
Dispiace solo per il naso inizialmente silente, che ci trattiene dal dare un voto che sarebbe potuto essere epico. Ci fermiamo a un comunque eccellente 87/100 segnalando due cose: l’eccezionale corpo e ricchezza di un whisky di soli 5 anni, e la complessità data dall’ottima interazione fra un distillato con qualche cromosoma marino e un barile iperattivo. In generale è uno sherry bomb fatto e finito, ideale per le notti fredde. E infatti noi lo assaggiamo a inizio maggio con la primavera che sprizza caldo da ogni parte. Siamo i peggiori che conosciamo, non c’è dubbio.
Sottofondo musicale consigliato: Simon & Garfunkel – Scarborough fair