La favola del pastorello che gridava “al lupo! al lupo!” è vecchiotta. Così, quando abbiamo letto che la special release di quest’anno sarebbe stata “l’Ardbeg più esagerato di sempre” non è che ci siamo particolarmente eccitati. A forza di ripeterlo ogni anno, diciamo che abbiamo smesso di crederci. Ma non di assaggiarli. Eccoci dunque davanti all’ennesimo esperimento, che stavolta non ha a che fare con il mash o il finish, ma con il procedimento tecnico di distillazione. Nella fattispecie, infatti, questo Ardbeg è stato distillato rimuovendo il purificatore. Cosa diamine sia, andiamo tosto a spiegarvelo: di fatto è un cilindro di rame di un metro di diametro posto a metà del collo di cigno che dal pot still va al condensatore. Essendo il purificatore a una temperatura più bassa, i vapori più pesanti si ricondensano e ridiscendono nell’alambicco. Maggior riflusso, spirito più “leggero”.
Ecco, ad Ardbeg il purificatore c’è sempre stato, ma per questa release l’hanno tolto. E dunque il distillato dovrebbe essere più carico e pesante.
In attesa dell’Ardbeg Day di giugno, quando sarà presentata la versione a 46%, assaggiamo la “Committee only”, che come da tradizione è imbottigliata a un grado superiore. C’è tutta una supercazzola sul metaverso che ha a che fare con una graphic novel ambientata sul Planet Ardbeg ma sinceramente ne facciamo a meno. Il colore è talmente chiaro da sembrare acqua sporca.
N: canditoso, lievitoso e un po’ sgranato. Un bel debutto, non c’è che dire. Innanzitutto bisogna dire che qui la gioventù sembra eccessiva perfino per una special release. Nel senso che da tempo ci siamo abituati a whisky poco maturi, ma qui non siamo ancora usciti dall’incubatrice, forse stiamo un po’ esagerando eh. Mela, pera, platano e tequila. C’è questa nota di agave un po’ terrosa che aleggia su tutto, circondata da orzata e glassa. Mah. Siamo nei territori del funky, con anche una curiosa suggestione di riccioli di mais: le mitiche Rodeo! Torba dolcina. Esagerato non si sa, sicuramente non elegantissimo.
P: vabbé, tanto giovane ma non drammatico. La prima suggestione al palato è una quantità sconsiderata di arachidi. La buttiamo lì: è forse questa nota un po’ grassa ed oleosa il frutto vero dell’assenza del purifier? Ad ogni modo, il distillato – con lime, zenzero e zucchero – si fa sentire, ma tiene bene l’alcol. Diciamo che da un lato è abbastanza poverello come ampiezza di suggestioni, dall’altro è più integro rispetto all’olfatto. E quelle note eccentriche del naso non si riflettono in bocca. Ah, dimenticavamo: la torba c’è, più evidente. Diluito guadagna in piacevolezza e si fa assai più torbato. Tutto qui? Tutto qui.
F: pera, olio motore e lime bruciato.
Anche basta eh. Cioè, siamo alle solite, ancora alle prese con il consueto esperimento spacciato per estremo e in realtà assolutamente innocuo, ai limiti della banalità. Sono whisky giovanissimi, costruiti a tavolino senza particolare cura per l’eleganza, mai cattivi ma ultimamente – ed è questa la cosa veramente imperdonabile – anche mai interessanti. Siamo sull’81/100, senza infamia, senza lode e senza purifier. Senza rancore eh. Qui invece trovate la versione base.
Sottofondo musicale consigliato: Eminem – Without me
One thought on “Ardbeg Heavy Vapours Committee (2023, OB, 50.2%)”
[…] – alterna una sperimentazione per così dire primaria (per esempio l’Ardbeg Heavy Vapours senza l’uso del purifier) ad una secondaria, ovvero che implica botti particolari. Nella […]