Torniamo dalle ferie belli riposati e partiamo alla carica con un po’ di cose che abbiamo assaggiato in queste settimane di grande riscaldamento climatico ed epatico. Iniziamo con un imbottigliamento abbastanza raro, un 10 anni rilasciato tra il 2007 e il 2010. Contrariamente a quanto accade di solito con le releases della prima distilleria giapponese (che proprio quest’anno compie un secolo), per questo single malt sono stati utilizzati solo bourbon barrel. La gradazione, inoltre, è lievemente inferiore alla già non poderosa gradazione di 43% a cui siamo abituati. Insomma, tutto ci lascia pensare che sia una bevuta interessante. Ringraziamo Corrado, che a sua volta ringrazia Davide Terziotti, in una matrioska di gratitudine commovente. Il colore è dorato.

N: straordinario. Non escludiamo che un filo di ossidazione (la bottiglia è ai suoi sorsi finali) abbia donato una dimensione più levigata al whisky, ma il primo naso ci fa godere come otarie, le quali, per chi non lo sapesse, godono moltissimo per antonomasia. Ananas sciroppato, caramelle pear drops e caramello fuso. Frutte e zuccheri, zuccheri e frutte, glicemia colante. C’è tanta frutta tropicale (maracuja e carambola, ma anche banana verde) e parecchia albicocca. La frutta è cremosa, come i succhi Santal col latte dentro. Cioccolato bianco, burro di cacao. Guizzi acidini e floreali (pitosforo e acqua di fiori d’arancio). Un sontuoso profumo di pastiera. Sul fondo, screzi minerali e – ohibò – anche torbatini. Elegantissimo.
P: come si dice “delusione ferale” in giapponese? Il grado infimo già lasciava presagire una certa debolezza di sorso, ma dopo un naso così entusiasmante il bagno di realismo fa ancor più male. La frutta è silenziata, le suggestioni arrivano lontane ed attutite: un po’ di caffelatte, frutta secca, burro d’arachidi. Il corpo è suadente ed oleoso, ma non c’è molto altro, forse un po’ di erbe di tisana e dell’anice stellato, proveniente dal legno. Sembra che l’alto fusto dell’olfatto lussureggiante sia stato abbattuto.
F: cocco tostato, vaniglia, media lunghezza. Un po’ di peperoncino.
Tristezza, per favore vai via. Pensavamo fosse amore e invece era un whisketto. La media fra un olfatto eccellente e un palato poverello regala un 86/100, ma come direbbero le agenzie di rating “con outlook negativo”, perchè in bocca lascia un senso di delusione. L’aroma non basta, altrimenti recensiremmo deodoranti.
Sottofondo musicale consigliato: Shandon – Placebo effect
One thought on “yamazaki 10 yo (OB, 40%)”
[…] che ci siamo, dopo lo Yamazaki 10 anni recensiamo un 12 anni. Ma non un “semplice” 12 anni attuale. Troppo facile. No, questo […]