Un altro whisky che giace da tempo nei nostri vetusti armadietti. Un Laphroaig 10 anni imbottigliato negli anni Ottanta e importato in Italia da Cinzano arrivato direttamente dal fondo di bottiglia avanzato ad un Tasting Facile di un annetto e mezzo fa, quando Diego Lanza di Bonham’s ci fece visita. Il 10 anni ufficiale della distilleria di Islay è spesso usato come pietra di paragone per dimostrare quanto il livello qualitativo degli entry level sia crollato nel tempo. A dire il vero, quello attuale è oggettivamente trascurabile. Vediamo com’era quarant’anni fa o giù di lì. Il colore è un’ambra intensa e carica.

N: un clamoroso té ai tuttifrutti affumicato fa capolino dal bicchiere. Facciamo un gioco tipo di quelli che si fanno coi bimbi in auto: pensate a un frutto, quello ci sarà nelle tasting notes di questo whisky. Mango, papaya, pesca, ananas, kumquat… Enorme, infinito fruttatone. Un Magnifico Solero, giusto per mettere insieme due nomi di gelati in un’unica frase, così, per diletto. Barrette di cereali ai frutti essiccati, miele, ribes nero. Poi, in fondo in fondo, un flebile fumo quasi di limone grigliato, che si amalgama in un’elegante marinità fatta di vele cerate, iodio e profumo di menta. Con acqua quasi si fa frizzante.
P: vellutato e gentile, governato da fiori e frutta esotica. Quasi, se uno non ci sta attento, può scambiarlo per un rum d’altri tempi, almeno all’inizio. Si apre con caramello, croccante alle mandorle appena fatto, ancora caldo. Una carezza che nasconde una macedonia. Un mango totale, mirtilli e pesche. Poi sale in cattedra la parte grigliata, quasi carbonizzata: tizzoni di legno, pepe. La torba – se dobbiamo trovare un neo – è forse un filo sganciata dal resto. Ma in generale siamo nel campo dell’eccellenza. Ah, dimenticavamo quel guizzo salino che c’è in tutti i Laphroaig: qui è sotto traccia, compare giusto in fondo, come un pizzico di sale sul mou.
F: lungo, falò, geleé al mango, litchees e una freschezza erbacea di aloe vera. Pasta di liquirizia salata.
Come spesso succede con le bottiglie vecchie, il naso commovente lascia poi spazio a un palato meno straordinario. La magia con cui si fondono la frutta e la marinità all’olfatto è spettacolare, è proprio la dimostrazione di come il tempo possa cesellare gli aromi in maniera del tutto sorprendente. Il palato forse risente della gradazione bassa, che non “tiene” insieme le note di torba. Ma nel complesso è una bevuta di grande eleganza: 90/100.
Sottofondo musicale consigliato: Deftones – My own summer