Per il giovedì da leoni di questa Chorlton Week abbiamo optato per un Benrinnes, che va un po’ con tutto come il tubino nero. Qui abbiamo un whisky che ha riposato per dieci anni in un bourbon barrel, e poi ha fatto 4 anni di affinamento in un refill sherry butt, dando 226 bottiglie. Benrinnes è una distilleria particolare, che produce un malto di carattere e spessore. Tra gli Speysider, è uno dei meno “classici”, diciamo così. Il finish in sherry ci aspettiamo abbia ulteriormente acuito le note più funky del distillato. Il colore è oro.

N: come aprire un baule chiuso da anni e ripieno di boeri. Il cioccolato fondente è la nota dominante e si fonde bene con il legno. In particolare, si fonde con la ricchezza di spezie proveniente dal barile: macis, chiodi di garofano, castagne, vaniglia del Madagascar. Perfino la fava tonka. Il wormtub che rende il distillato inconfondibile si fa sentire, con quel senso di rame surriscaldato. Lo sherry invece regala una certa ricchezza fruttata di bucce d’arance sulla stufa e composta di albicocche. Un naso ampio, opulento, davvero buono. Con acqua si fa più citrico: cedrata e armi da fuoco, un binomio straordinario che farebbe la gioia di grandi e piccini.
P: che buono il Benrinnes quando diventa un inno alla frutta! Si apre intenso sulle note appunto della frutta, sia cotta, sia in confettura (di arance e di albicocca), sia rossa: ribes e amarene a mazzi. Come dite, le amarene non sono tulipani né asparagi e non si colgono a mazzi? Che puntigliosi… E allora diremo che ci sono anche kumquat e kiwi a mazzi, e altri frutti che iniziano con la k. Scherzi a parte, mostra una vasta gamma di suggestioni, dall’acidino al dolce passando per l’ossidato e il metallico. Uva passa, anche, intinta nel cioccolato. Con un po’ d’acqua si scatena il cuoio, e un caramello fuso punteggiato di guizzi sulfurei. Nocciola e gianduia.
F: oleoso, denso e masticabile, tra cioccolato, liquirizia e cuoio conciato. E il solito metallo…
Sembra una via di mezzo fra un cesto di frutta caravaggesco e un paesaggio meccanico futurista. C’è la parte rigogliosa e viva del malto, piena e vibrante, e c’è la parte delle sfumature metalliche e sporchine, date dalla distillazione e dal finish. Un buon mix che regala un whisky muscolare, in cui il naso è la parte più memorabile, mentre il palato tende a perdere un filo di piacevolezza sul finale. Ecco perché 87/100 e non 88/100.
Sottofondo musicale consigliato: Burzum – Ea, Lord of the Depths