Miyagikyo e Yoichi sono un po’ i gemelli Derrick del whisky giapponese. Entrambi parte del grande gruppo Nikka, rappresentano lo Yin e lo Yang (che col Giappone non c’entrano, lo sappiamo…) del malto, la frutta e il fumo, la dolcezza e la mineralità, la passione per le ragazzine vestite da cartoni animati e i genitali pixellati nei porno. Insomma, sono una sintesi delle magnifiche contraddizioni di questo Paese.
La serie Discovery era stata inaugurata nel 2021 per il 90esimo anniversario di Nikka. La prima release aveva “invertito” le torbature dei due malti, con un Miyagikyo peated e uno Yoichi unpeated che avevamo recensito così. Le due espressioni del 2022, invece, si concentrano sulla seconda fase della produzione, ossia la fermentazione, con l’uso di ceppi di lieviti insoliti affiancati a quelli utilizzati normalmente. La “limited” edition è di 4800 bottiglie.
Miyagikyo Discovery Aromatic yeast (2022, OB, 47%)
C: oro. N: quanto fa bene la frutta? Tantissimo, e quindi questo whisky è un toccasana sin dal naso. Ci sono ventate ortofrutticole: composta di pesche, ma soprattutto nespole, con quel tocco fra il dolce e l’acidino. Ecco questa puntina pimpante di acidità ricorda anche le bacche (uva spina e mirto bianco). E proprio il mirto introduce una nuova anima nel naso: una parte balsamica e resinosa che fa pensare a un bicchiere di retsina greca. Cespugli di erica, anche, in un curioso mix celtico-ellenico. Miele millefiori e una sensazione agrumata di Polase chiudono un naso più diretto del solito. P: fruttato sì, ma secco, più secco del previsto. Si avverte di più la gioventù del distillato, il legno è poco fine, un po’ sfacciato. Il primo sorso è molto teso, con il limone in prima fila. Zero lussuria, ma un’asciuttezza tropicale senza succosità, anzi con qualche velatura erbacea, di pera bianca acerba e anice. Miele, immancabile, poco dolce. F: erbaceo, mentolato, di media lunghezza: verbena e ginger ale.
A un naso vivacissimo e peperino segue un palato che è altro. Non cattivo, solo molto giovane e senza quella gloriosa fruttona che ci saremmo aspettati dall’olfatto. La sensazione è che questo “aromatic yeast” abbia fatto il suo dal punto di vista degli aromi, appunto, ovvero nella parte olfattiva. Ma che manchi qualche anno di maturazione per permettere anche al palato di godere dell’anima fruttata. Si ferma a metà del guado ad un 84/100.
Yoichi Discovery Aromatic yeast (2022, OB, 48%)
C: paglierino chiaro. N: il mix pera e patatine al bacon non sarà esattamente come pizza e birra, ma il primo impatto non è niente male. C’è questo bel fraseggio tra frutta e note affumicate che ci diverte molto: banana flambé e grasso di maiale (lo speck?), cedro e paprika affumicata. Tutto procede su questi due fil rouge che si intrecciano abbastanza bene. Dopo qualche minuto esce dell’ananas fresco e un po’ di foglie di menta. P: da subito piacevole, la torba è immediatamente più evidente rispetto al naso e da un fumo saporito si passa a note più precisamente bruciacchiate. Un’immagine più delle altre: carne arrosto, ma con la guarnizione di gomma del forno che si è surriscaldata. Volevamo mettere “copertoni di Formula 1 che fumano sull’asfalto”, ma ci siamo accorti che non le abbiamo mai assaggiate. Molto compatto, non tralascia un aspetto più dolce e accogliente, fatto di marmellata di arance e liquirizia Haribo. Si chiude nel retronasale con il classico tocco minerale di Yoichi. F: salatino, minerale, eppure dolce. Caramella mou salata e quei dolcetti che sembrano ciottoli di zucchero.
Il naso è meno interessante rispetto al Miyagikyo, sembra che il lievito speciale qui non abbia generato la moltitudine attesa di note fruttate. Al palato e nel finale, però, le cose si invertono e questo Yoichi risulta più pieno, compiuto e soddisfacente. Diamo 85/100. Ma per entrambi ci permettiamo di dire che questa release Discovery è un po’ meno emozionante di quella precedente.
Sottofondo musicale consigliato: Otierre feat La Pina – Rispettane l’aroma