Il cardellino è un uccellino delizioso.
Non intendiamo delizioso nel senso della quaglia o dell’ortolano, che in certe regioni della Francia viene ancora annegato nell’Armagnac e poi mangiato arrosto intero, ma delizioso nel senso di carino e simpatico. Il fatto che dall’Europa settentrionale – e dalla Scozia in particolare – ogni inverno migri a sud, soprattutto in Andalusia, è una coincidenza troppo ghiotta perché il grazioso pennuto non diventasse suo malgrado simbolo dello Scotch invecchiato in botti di sherry. E infatti, eccoci ad assaggiare per la prima volta whisky degli imbottigliatori indipendenti di Goldfinch. Cardellino, appunto.
Goldfinch – importato in Italia da Lost Dram Selections – commercializza tre serie: la Bodega (finish in botti ex sherry), la Paloma (focus sulle maturazioni in Palo Cortado) e la Kilnsman’s Dram (torbati). Noi oggi beviamo un single malt dalla prima serie, un Benrinnes di 13 anni affinato in first fill Amontillado cask. 380 bottiglie, il colore è oro.

N: olii e legni si uniscono nell’estasi suprema che è propria dell’idillio dell’amore, canterebbe Elio. Noi ci limitiamo a dire che è un naso molto maestoso, che incute timore. Si sente la cantina, il pavimento polveroso della bodega e anche un po’ la parte vinosa. Nocciole, olio di noci, ma anche arazzi e tappeti. In questo museo si muove il carattere del distillato, oleoso e un po’ sporchino, con quelle screziature di ottone unto e metallurgia ossidata. La frutta è poca e ridotta a poco più di una presenza simbolica (mela gialla, prugna), c’è però l’orzo, con zenzero e noce moscata.
P: subito poderosamente oleoso e ancora severo, con legno e cereale e spezie tutte insieme, tutte di botto. Aderisce subito al palato, avvolgendo tutto. Secco, senza concessioni alle agiatezze della vita moderna. Un whisky orgogliosamente medievale, nel senso che è tutto castello, chiesa e campi da coltivare. Lo sherry è molto centrato ancora sulla frutta secca, vira sull’astringente dopo poco e si mantiene vivo. Ancora poca frutta, ancora molte venature di vino ossidato e metalli pesanti. Ecco, la parte metallica qui è bella in evidenza, ma mai in maniera sgradevole. Liquirizia, pane di segale speziato.
F: medio lungo, con la scia dello sherry secco e un pizzicorino legnoso.
Più che un cardellino, ci fa venire in mente un rapace, fiero e incazzoso. Un whisky vecchio stile, sui toni del legno e della frutta secca, in cui lo sherry porta note lievemente astringenti bilanciate dall’oleosità tipica di Benrinnes. Non un dram facile, ma di grande intensità. A noi piace parecchio come stile, sarà che l’Amontillado ci fa volare e che Benrinnes pure è una delle distillerie che più ci intrigano: 87/100.
Sottofondo musicale consigliato: The Marketts – Out of limits
One thought on “Benrinnes 13 yo ‘Bodega series’ (2008/2022, Goldfinch, 52%)”
[…] cardellino, il Goldfinch che dà il nome ai whisky merchants imbottigliatori indipendenti. Dopo il Benrinnes affinato in Amontillado, oggi raddoppiamo, ma cambiamo serie: un altro Benrinnes 13 anni, ma dalla “Paloma […]