Se uno dimentica per anni di recensire un whisky che ha assaggiato a una degustazione organizzata da amici, è un inetto maleducato. Ma se dimentica per anni di recensire un whisky che ha assaggiato a una degustazione organizzata da se stesso, beh, è un gigante e un Facile. Perché noi abbiamo deciso di elevare a modello di vita la svagatezza del marito che dimentica di comprare mezza lista della spesa al supermercato, la sregolatezza di chi fa gli auguri di compleanno il giorno sbagliato, l’estrosa inaffidabilità del Leao che puntualmente sbaglia ogni partita importante. Quindi, oggi recensiamo un Ballantine’s 17 anni importato dalla Spirit di Genova negli anni ’70 direttamente dal Tasting Facile del 2021. Il colore di questo blended è paglierino.
N: si apre con una ventata di acetone e smalto per le unghie che vuol dire due cose: blended, e per di più con un alcol non perfettamente integrato. Non dura molto, presto tocca alla parte dolce e cerealosa prendersi la scena: porridge, ananas sciroppato, Ciocorì bianco e un senso di Amaretti di Sassello, con pasta di mandorle e perfino un po’ di anice stellato. Abbastanza intrigante, una volta superata la barriera smaltata. C’è anche una dimensione di limone dolce (quasi limoncello) che si mischia con un senso di malto glassato: quelle birre speziate dolci con pochissimo luppolo.
P: non esattamente una bomba di intensità, ma nessuno se lo aspettava eh. La prima sensazione è floreale e lascia abbastanza perplessi. Poi ci si muove sui territori della macedonia e delle pesche sciroppate, delle pere caramellate. La dolcezza è in qualche modo posticcia, difficile spiegarlo ma sembra appiccicata lì. In generale sembra un collage in cui la colla fatica a tenere uniti i pezzi. Ci sono spezie leggere (pepe bianco) e una torbina lontanissima e gentile. Liquirizia ripiena e legno. L’oleosità del sorso, il mouthfeel come dicono quelli bravi, non è male.
F: corto, dolce, frutta sciroppata e un filo di legno.
Siamo un po’ delusi, lo ricordavamo diverso. Ed è questo uno dei motivi per cui dovremmo recensirli subito i whisky: perché tre anni in sample non sempre conservano il liquido alla perfezione. Prendiamo queste note con beneficio d’inventario, perché potrebbe aver perso per la conservazione imperfetta, ma ci pare piuttosto slegato, con un alcol non integrato al naso, mancante sul piano del finale e anche un po’ della consistenza, dati i 17 anni. E poi quel tocco floreale, anche no: 82/100.
Sottofondo musicale consigliato: Black Rebel Motorcycle Club – Fault line