L’ultima volta che ve ne avevamo parlato, qui era tutta campagna. Cioè, non è vero, era già ovviamente la Seregno delle fabbrichette orgoglio della Brianza, ma si dice sempre così in questi casi no? “Di whisky sotto i ponti ne è passato”… E in effetti a Strada Ferrata, la distilleria inaugurata nel 2021 e nata da una costola del birrificio Railroad, le lancette dell’orologio non si sono mai fermate. Tanto che dai primi “new make” rilasciati nel 2021, fino alla serie “On the way” con i distillati invecchiati 20 mesi, ora siamo arrivati al fatidico momento: il rilascio ufficiale (domani) del primo, vero, autentico, indimenticabile whisky.
Marco (Giannasso, il master distiller) e Stefano (Zanetto), che insieme a Benedetto (Cannatelli) costituiscono lo zoccolo duro della Albedo srl, in cui da poco è entrata anche la multinazionale Illva Saronno, ci spiegano com’è questa first release. Un single cask – la botte n.3, distillata nel febbraio 2021 – che ha dato 301 bottiglie e che ha specifiche più che particolari. “Della decina di botti che reputiamo già pronte – racconta Marco -, questa ha convinto tutti”. Malto torbato a 48-50 ppm, barrique che ha contenuto prima vino rosso e poi Brett beer (cioè una sour fermentata con lieviti selvaggi del ceppo Brettanomyces), invecchiamento di 3 anni e mezzo.
Ora, se chiudete gli occhi e immaginate di cosa potrebbe sapere un whisky brianzolo torbato distillato in un alambicco a bagnomaria trentino e invecchiato in una botte ex vino ed ex sour beer, beh, il rischio di pastrocchio vi sembrerà quanto mai plausibile. La curiosità è grande almeno quanto la sete. Il colore è un clamoroso mogano rossastro che fa venire voglia di farci il bagno da tanto è bello.
N: i pregiudizi sono sempre brutte bestie, a meno che non si parli di Giacomo, su di lui sono tutti sacrosanti. Insospettabilmente si apre con un olfatto piacevole e ordinato. Cioè, che fosse interessante ne eravamo certi, ma che il fumo di torba e l’alcol fossero così ben integrati è una gran bella sorpresa. Autunnale, all’inizio dominano le note di frutti rossi, dai ribes al goji, ma soprattutto la ciliegia che si aggiunge al lambic belga chiamato Kriek. Vogliamo fare i nerd? E nerd sia! Col tempo fa capolino anche l’altra metà del cielo del barile, con un tocco vinoso. Affumicatura in crescendo, con caldarroste, sandalo e sauna, con le pietre fumanti dentro. C’è anche qualcosa di più grasso, tra l’olio d’oliva e il gianduia. L’acqua gli aumenta la parte balsamica e resinosa. Tre anni e mezzo? Non li dimostra.
P: pastoso e masticabile, il corpo è inaspettato. C’è del cioccolato, sotto forma di boeri o Mon Cheri, quindi con i frutti rossi di cui sopra. Ma ci sono anche del panettone bruciacchiato, cestini di caldarroste e pasta di mandorle. Da un lato è saporito, dall’altra è denso, con qualcosa anche ammicca anche all’umami. Qualcuno dice “costine laccate al miele”, ma probabilmente ha molta fame. Qualcuno dice “Marmite”, quella crema spalmabile a base di estratto di lievito che va tanto in UK, ma probabilmente quel qualcuno usa sostanze illecite pesanti. Proviamo a trovare una quadra: fumo dolce, ancora oleoso e con quel che di vinoso, con un retrogusto mentolato. Diluito perde un po’ di mordente, convince meno.
F: la dolcezza (Cola al limone!) si asciuga e invita a un altro sorso. Si risveglia quel tocco acidino di arancia rossa. Olio di argan e una venatura un filo saponosa.
Bene, bravi, bis, tris, poker e scala reale. Diciamo una cosa forte: dal new make che fu, non ci saremmo aspettati un’evoluzione così. Un whisky più evoluto dei suoi anni, anche se ovviamente la gioventù non è nascosta. L’alcol (bella scelta mantenerlo a 52%) è ben integrato, solo nel finale si fa sentire un po’ di più, come quel tocco saponoso che forse è l’unica piccola pecca. Per il resto è un mix unico di sensazioni (birra+vino+torba) che “chiama” serate novembrine a castagnaccio, camino e funghi. Per noi 86/100, aspettiamo i prossimi in attesa del futuro core range…
Sottofondo musicale consigliato: Guns’n’Roses – Nightrain
