Campbeltown quanto ci sei mancata. Torniamo nella penisola più periferica del mondo dello Scotch e lo facciamo per recensire un Hazelburn, che come voi secchioncelli etilisti sapete bene è uno dei tre malti prodotti dalla distilleria Springbank. E proseguendo nella nostra lezioncina proprio come la prof di cörsivoe, vi chiediamo: cosa distingue Hazelburn? Ebbene sì, cari studenti, avete studiato: la tripla distillazione e la totale assenza di torbatura. Il core range è più magro di Giacomo, in compenso ogni tanto vengono lanciate delle edizioni limitate che di norma vengono spazzate via in pochi secondi e ricompaiono in asta a prezzi triplicati, quindi assaggiamolo prima che succeda stavolta. Trattasi di un 13 anni invecchiato in due tipi di barili: 75% ex bourbon e 25% ex sherry. Outturn 6.300 bottiglie, color oro e un compagno di recensione coi baffi: Angelo Corbetta dell’Harp Pub. Dai dai dai che abbiamo sete.

N: ci eravamo quasi dimenticati che bello fosse il naso di Hazelburn, vaporoso, ricco di frutta e fiori. Si apre con una pera matura, anzi “non imberbe”, e con del mandarino. Mandarino nel sugo della mostarda, a essere precisi, un connubio di dolcezza e sapidità. Miele salato, per rimanere sul tema. L’aria di mare si sente nitida, fresca e corroborante, con qualcosa di menta e uva bianca. Non dimentichiamo però il grande e unico visir di questo naso: il cereale. Crudo, lussureggiante, materico. A chiudere, un lungo e delizioso profumo di confetto.
P: qui il dna di Campbeltown, che al naso non mancava, si fa dominante. Il primo sorso è sapido, e apre una teoria di frutta che va dalla pesca al melone fino al pompelmo rosa e ai fichi neri freschi, che sono decisamente figli della componente sherry. Il corpo è oleoso, dà una soddisfazione fisica passarsi il sorso in bocca: minerale, con accenni sporchini di pietra focaia e ardesia, olio minerale. C’è questa sensazione terrosa e costiera insieme, inebriante. Pastafrolla e lime, il connubio perfetto fra burro, cereale e agrume.
F:lunghetto, cereale, liquirizia salata, oleoso.
Siamo stati in dubbio se esagerare, e alla fine ci siamo detti: perché no? Perché non dare 89/100 a un whisky complesso, dalla parte fruttata entusiasmante, dalla mineralità rara, dall’equilibrio e dal mouthfeel davvero convincenti? Dovremmo alzare il ditino e dire che mmm, forse manca qualche grado, forse qualche anno in più, bla bla bla? No grazie, gridiamo con forza il nostro voto in nome di tutti quei whisky di cui non ti stancheresti mai.
Sottofondo musicale consigliato: !!! – Myth takes