Come ormai anche i bambini sanno, il whiskey irlandese è entrato in questi ultimi anni in un periodo d’oro, questo dopo aver seriamente rischiato di estinguersi, con il solo gruppo Irish Distillers (Jameson, Red Breast e altri marchi) a tirare la carretta per buona parte del secolo scorso. E invece, complice anche la felice congiuntura che un po’ tutta l’industria mondiale del whisky sta vivendo, in Irlanda aprono distillerie sia grazie a grandi gruppi multinanazionali che a imprese familiari. Di questa seconda categoria fa sicuramente parte la Boann, situata nella Boyne Valley, vicino alla città di Drogheda. La distilleria è parte del gruppo Na Cuana, nato dallo spirito d’iniziativa e dalla grande passione per il mondo dell’alcol della famiglia Cooney: Na Cuana include il birrificio Boyne, nello stesso sito della

distilleria, l’Adams Cider Company, che fa sidro partendo dalle mele dei frutteti della famiglia, e Robert Merry & Co, che produce Irish cream liqueurs. Boann, che ha romanticamente (?) acceso gli alambicchi in quello che era un vecchio showroom di automobili, è stata completata alla fine del 2016 e nel 2018 è partita la produzione. Va da sé che ancora oggi stiamo bevendo gli stock acquistati all’esterno, precisamente da Cooley. La capacità attuale è intorno ai 200.000 litri annui, davvero un nonnulla rispetto ai volumi delle grandi distillerie, ed è stato installato anche un alambicco da 500 litri per la produzione di gin. Il pedigree da microdistilleria è rinforzato tra l’altro dalla scelta di imbottigliare senza aggiunta di colorante e senza filtrazione a freddo, ma ora voliamo verso l’imbottigliamento più anziano della serie The Whistler, un 10 anni invecchiato per 8 anni in botti ex-bourbon e per 2 anni e mezzo in botti ex-sherry Oloroso.
N: il naso è molto carico ma anche fresco, agile e con tanta frutta: mandarino, frutta tropicale; e poi albicocca e prugna secca (proprio la sunsweet!). È poco irish, e d’altronde stiamo parlando di un whiskey ottenuto da solo orzo maltato. Ciliegia sotto spirito! Buccia di mela rossa.
P: al palato si fa molto più sherried, con tanto cioccolato e frutti rossi: Mon Chéri! Scorza d’arancia e bacche di Goji. Attacca secco, il legno asciuga il palato ma è davvero tutto molto intenso, carico, esplosivo anche a gradazione ridotta.
F: lungo, con cioccolato, nocciola e legno dolce.
Dopo il convincente assaggio del Blue Note 7 yo, The Whistler si conferma come una delle realtà più interessanti tra le comparse recenti nel firmamento Irish. Questo 10 anni, che online troviamo attorno ai 50 euro, è tuttavia un whiskey che tradirà irrimediabilmente gli amanti degli irish: non troveremo sbuffi floreali, e nemmeno rassicuranti prati di erba odorosa, ma tanto legno e tanta personalità a forgiare un buon single malt, godereccio, ben fatto: 86/100. Ora non resta che aspettare i primi rilasci interamente prodotti in distilleria. Noi ce ne stiamo curiosi eppure placidi in attesa di quel giorno.
Sottondo musicale consigliato: Ludovico Einaudi – Main Theme from The Third Murder Ost
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