A circa due settimane dall’Ardbeg day, eccoci a pubblicare le note di degustazione della release speciale che la storica distilleria di Islay ha messo sul mercato per celebrare, essenzialmente, se stessa. Ora, da quanto letto nei forum e nei blog nei giorni precedenti il 2 giugno sembrava che in effetti ci fosse da esser contenti: vediamo se le nostre speranze erano ben riposte… Dovrebbe trattarsi di un vatting di alcune botti di 8, 9 e 12 anni, il tutto poi finito in sherry per gli ultimi sei mesi. Ricordiamo che a Milano l’Ardbeg Day è stato celebrato allo storico Bar Metro di Giorgio D’Ambrosio. Il colore è dorato chiaro.
N: pur con i suoi quasi 57 gradi si lascia annusare: si sente moltissimo la torba, in linea con lo stile di casa; al contempo è molto ‘dolce’, le note di vaniglia sono scoppiettanti. Non c’è molta marinità, restano alcuni nitidi sentori medicinali. Liquirizia, punte di anice. Zucchero di canna. L’affinamento in sherry ha del tutto travolto il lato agrumato/limonoso, che si trova solo se proprio lo si vuol cercare a fondo (quindi forse solo per suggestione…). Qualche goccia d’acqua inizialmente pare aprire il tutto, attenuando la torba, ma in realtà si sente soprattutto profumo di legno e un che di chimico (solvente).
P: mh, inizialmente è bello secco… Legnosissimo, di nuovo la sensazione è che le note di sherry, dolciastre, si combinino con vaniglia e liquirizia prendendo il sopravvento: il risultato è un tripudio bidimensionale di torba e dolcezza, ma fin troppo marcata e, soprattutto, fin troppo “bidimensionale”. L’acqua aumenta brutalmente la torba, ma il corpo, che già pareva un po’ deboluccio, risulta del tutto slegato. Lievissime note di limone, mentre manca del tutto quell’oleosità che non sappiamo non aspettarci da un Ardbeg. Dopo poco tutto perde intensità, restando su un dolceamaro un po’ astratto.
F: tutto sul legno e sulla torba. No salato, piuttosto medicinale e ‘falò spento’.
Non c’è molto da scoprire in questo whisky: nel complesso è buono, il naso è gradevole, il sapore altrettanto, il finish c’è… Il punto è che è davvero molto semplice e ruffiano: è tutto torba e dolciastro, dolciastro e torba. In un certo senso, è una via di mezzo tra gli ultimi Uigeadail e l’Alligator, nel senso che punta tutto sull’intensità e per nulla sulla complessità; colpisce come sia costruito in questa direzione, con l’affinamento in sherry che evidentemente pompa la dolcezza a discapito delle note in fondo più tipiche della distilleria, ovvero quelle oleose e agrumate. Il tutto, poi, svanisce molto in fretta. Una delusione, anche se non si può dire che sia cattivo: forse siamo noi a sbagliarci, ma da Ardbeg ci aspettiamo sempre qualcosa di più. 81/100, comunque, e qui la recensione, decisamente più indulgente, di Gal.
Sottofondo musicale consigliato: The soul snatchers – Good foot down, perché nonostante il caldo e nonostante sia lunedì, c’è voglia di festeggiare.
2 thoughts on “Ardbeg Day (2012, OB, 56,7%)”
[…] metà da ex-sherry Manzanilla: grande attesa anche perché, come sappiamo, le ultime uscite (Ardbeg Day, Galileo, Alligator) non avevano propriamente persuaso gli appassionati, a dispetto di un successo […]
[…] Ardbeg Day (2012, OB, 56,7%) – 81/100 […]