Inizia oggi la #milanowhiskyweek, e sul sito la facciamo iniziare col botto. Da poche settimane è infatti nata una nuova realtà nel mondo del whisky italiano: si tratta di Whiskyclub.it, vale a dire un whisky club (e fin qui ci si poteva arrivare) che indossa il cappello delle due persone che forse, negli ultimi anni, più hanno contribuito a divulgare il verbo del whisky di malto tra le folle italiche, ovvero Claudio Riva e Davide Terziotti. Lasciamo la parola allo stesso Claudio: “un whisky club non è certo una novità e credo nemmeno quello che andremo a fare; abbiamo voluto principalmente convogliare e strutturare tutte le attività che facevamo già da diversi anni e cercare di consolidare ed espandere una rete di appassionati, ma anche di professionisti del settore, che è già in essere ma in cui vediamo grandi potenzialità di sviluppo. Non scordiamoci che, cosa sconosciuta ai più, l’Italia ha un patrimonio di imbottigliatori, selezionatori e collezionisti unico al mondo, tutti da conoscere e riscoprire. Il nostro approccio sarà quello di svestire completamente i prodotti e la divulgazione dal marketing, focalizzandoci principalmente verso i contenuti. Ovviamente, oltre ai contenuti, vorremmo riempire di ottimo whisky il maggior numero di calici possibili, considerato che il club dovrà essere inclusivo e non esclusivo”. Come è opportuno, iniziamo in questi giorni ad assaggiare alcune delle espressioni imbottigliate a marchio Whiskyclub.it: e iniziamo con un Longmorn di 21 anni, che verrà proposto in abbinamento ad alcuni formaggi nell’evento del club di giovedì sera; interessante l’assaggio anche per chi verrà venerdì alla nostra degustazione con Pernod, perché proprio Longmorn sarà una delle distillerie analizzate…
N: mostra subito una bella personalità… Bello aperto e profumato: la parola d’ordine è cremosità, declinata sia in pasticceria (vaniglia, cioccolato al latte, crema pasticciera, stracciatella) sia come frutta (cocco, tropicana – diremmo Chirimoya, se non avessimo pudore – pesca, sidro di mele). Poi, una bella zaffata agrumata da candito (cedro, arancio), ed anche un pit di anice… Fin qui sarebbe un ventenne, fresco e pieno di energia fruttata, e invece si porta dietro con grande classe belle note di legno umido, a supportare la già evidente complessità. Con acqua, poi, gli agrumi si fanno più intensi e aggressivi.
P: la gradazione è accessibile. Uno strano fenomeno: l’ingresso fa segnare un passo indietro rispetto all’intensità e alla complessità imperiose del naso, con una sensazione omogenea e attenuata di malto erbaceo, di frutta gialla, indifferenziata. Poi però, il colpo di reni, di coda, di scena: appena prima di deglutire fanno capolino esplosioni continue di sapori, che richiamano in tutto e per tutto il naso…
F: …e che nel finale sembrano non voler finire mai. Quindi: cocco, tropicalia, arancia e cioccolato e una grande cremosità burrosa che raramente pare così persistente al finale.
Il classico whisky di cui conviene avere una bottiglia: si trova sempre una scusa per bere un Longmorn così, complesso e intenso al naso, scoppiettante e beverino al palato, lunghissimo al finale… Un ottimo esempio di Speysider di questa età, fruttato e dolcino al punto giusto, cosa che nel nostro libretto corrisponde a 88/100, e chissà dove saremmo andati se il palato fosse stato ancora più deciso; complimenti a Davide e Claudio per la selezione della botte, domani proseguiamo con un altro malto, e aspettatevi fuoco e fiamme…
Sottofondo musicale consigliato: Robin Williams & Bobby McFerrin – Come together.
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