
Da qualche tempo circola questa storia: cioè che i destini del whisky prendano due strade divergenti, sempre più nelle direzioni “industrializzazione-standardizzazione” versus “artigianalità-valorizzazione delle singolarità”. In tanti ne hanno scritto, e certo molto meglio di noi che siamo solo umili spettatori del teatrino del whisky; qui però vorremmo dare conto di un’iniziativa lodevole che nasce dal mondo della miscelazione, anche se d’eccellenza, ovvero proprio da quel mondo che da tanta parte dell’opinione pubblica whiskofila viene identificato come responsabile della mercificazione e della dissacrazione del Santo Single Malt.
Il 1930, speakeasy milanese di cui abbiamo già parlato in passato, ha infatti organizzato per inizio ottobre un breve e intensivo tour in Scozia, naturale evoluzione del percorso iniziato con le degustazioni del ciclo “L’alchimia del whisky“: l’obiettivo è quello di andare a vedere e studiare piccole realtà quasi artigianali, distillerie in cui si malta l’orzo in casa, in cui i concetti di terroir e di unicità del proprio distillato diventano prevalenti su ogni altra strategia. Non c’è come conoscere a fondo le sfumature e le infinite varietà di un prodotto per poterlo apprezzare e sfruttare al meglio: e la logica è proprio quella di cercare whisky insoliti, caratterizzati da aromi e dettagli unici, dipendenti dal processo di produzione, per poter capire a fondo il distillato così da poterlo utilizzare (anche) in fase di miscelazione. È infatti previsto che, per la prima volta!, Marco Russo prepari dei cocktail addirittura all’interno della distilleria, utilizzando gli stessi prodotti appena ‘studiati’. Se l’obiezione dell’appassionato è quella per cui “un single malt è troppo complesso e troppo perfetto per usarlo in un cocktail”, bene, questo può essere anche vero: ma siamo in un ambito di eccellenza, in cui la ricerca è paragonabile – per intenderci – a quella dei ristoranti stellati: e tutti sappiamo come la qualità dei prodotti di partenza influisca in modo decisivo sul risultato finale.
Marco Russo e Marco Maltagliati, ideatori del viaggio, hanno stabilito un percorso molto interessante, tutto compresso in un weekend lungo da vivere tutto d’un fiato (alcolico), dal 6 al 10 ottobre. Si parte il giovedì e si torna il lunedì successivo: si andrà a Cambeltown per visitare Springbank (distilleria che produce le tre versioni Springbank-Longrow-Hazelburn) e Glengyle (madre del nostro amato Kilkerran); ci sarà nientepopodimeno che una visita alle cantine e una degustazione nella tasting room di Cadenhead’s, guidata da Mark Watt in persona; ci si sposterà poi su Islay, in cui è previsto un tour di Kilchoman, microdistilleria che già in passato abbiamo riconosciuto responsabile di caratteri davvero unici e ‘agricoli’ nel panorama dei torbati. Queste sono le tappe fisse: ci saranno anche delle sorprese, ovviamente (voi saprete certo che su Islay ci sono anche altre distillerie, no?, e anche in giro per la Scozia…), ma in questa fase non possiamo svelare nulla di più… Noi – l’abbiamo deciso ieri – ci saremo, parteciperemo a questo viaggio un po’ perché da troppo tempo manchiamo dalla Scozia e l’aggiornamento è importante, un po’ perché le distillerie coinvolte sono veramente particolari, con processi di produzione unici, e ci piace l’idea di scoprire come questi prodotti possano essere combinati in drink di qualità. Purtroppo, per ora i posti sono terminati, ma abbiamo l’impressione che non sarà l’ultimo di questi viaggi…