A noi la serie “Flora e Fauna” di Diageo fa lo stesso effetto della cameretta che avevamo a casa dei nostri genitori: quando ci torniamo ci viene sempre un po’ di nostalgia. Nostalgia perché tutti noi cresciuti a Plasmon, cartoni di Lupin e single malt abbiamo avuto modo di apprezzare gli imbottigliamenti con cui Diageo ha fatto conoscere parecchie distillerie. Distillerie che tra l’altro per molti anni non hanno rilasciato un core range, per cui o li assaggiavi nella F&F o dagli indipendenti. Insomma, sia lodata la flora, la fauna e la Flora & Fauna. Oggi beviamo un Caol Ila 15 anni abbastanza vecchiotto. Il colore è Tavernello bianco.

N: prima sorpresa: la torba è sussurratissima, di grande eleganza. Agrumi ricchi e succosi, cedro e mandarino. Passiamo alla canfora, ai prodotti per la stireria, ai fiori secchi che si mettono nei vestiti. Chi di voi non ha mai messo manciate di potpourri nel taschino di una giacca? Infine una punta di oloroso e una parte di foglia di tabacco (sigaro non acceso). Lieve sentore unto, di carta oleata e OBE.
P: bello è bello, come dicono tutte le donne quando avvistano Giacomo per la prima volta. Subito molto sapido e dolce, frizzante come una limonata torbatina (questo le donne a Giacomo non lo dicono…). Sembra anche di percepire un tocco amarognolo, come il chinino dell’acqua tonica. Minerale e zuccherino insieme, godurioso (caramella fondente alla pesca o alla banana). Limoni neri persiani, candela spenta, carambola. Insieme guizzante, acido e fresco, ma con di nuovo quel qualcosa di oleoso, tipo gli omega 3 di certi pesci azzurri.
F: non lunghissimo, molto minerale, resta il mare e una dimensione di agrume evoluto, succoso, partenopeo (nel senso di agrume della costiera, non di polvere da sparo per i botti di Capodanno).
Niente fuori posto, nemmeno uno spillo. Come se una governante severissima e precisa avesse accuratamente disposto tutte le note di degustazione. Ci sono tutte le anime tipiche di Caol Ila, legate insieme da un tessuto sensoriale di agrume e oleosità, che mitigano la torba e la rendono splendidamente accennata più che clamorosamente sbattuta in faccia. Non è il più complesso dei malti di Islay, ma è fatto perfettamente e il tempo in bottiglia ha dato quel qualcosa in più, quantificabile in due punti, che lo portano a un lodevolissimo 89/100.
Sottofondo musicale consigliato: Gianmaria Testa – Come le onde del mare