Domani saremo tutti lì a fare quel che ci riesce meglio nella vita, ovvero tazzare e parlare di alambicchi, botti e gradi alcolici. Quanto ci piace il Milano Whisky Festival, con quell’atmosfera di libera uscita alla gita del liceo, solo voi affezionati lettori e appassionati di single malt potete capirlo. E dunque, in attesa di incontrarci tutti domani in Fiera Milano (abbiamo il banchetto come le cartomanti di Brera, venite e vi leggiamo il futuro sul fondo del bicchiere!), recensiamo un imbottigliamento di uno degli indipendenti italiani a cui siamo più affezionati: Wilson & Morgan, il cui rapporto-qualità prezzo è da sempre una grande calamita per gli appassionati al Festival.
Oggi beviamo un Dailuaine 25 anni, due barili (#15559-#15566) affinati per 94 mesi in un second fill di Oloroso sherry e che hanno dato 489 bottiglie. Il colore è oro antico.
N: la frutta secca nella sua opulenza, uno di quei cestini di nocciole e mandorle che si spaccano a forza di schiaccianoci e blasfemia a Natale. Il naso è compatto, miele di castagno, pesche sciroppate e banane cotte. C’è un profumo di pasticceria secca, biscotti al cocco, nespole caramellate. Datteri e olio di frutta secca. La botte che ci sembra più marcante è quella del bourbon, ma l’Oloroso dà quelle note di legno e mobilio che ci fanno volare. Un filo di fuliggine anche, la padella dove fai le caldarroste anche. Enigmatico.
P: subito oleoso e avvolgente, il che ci reca gioia, piacere e ludibrio. L’oleosità è davvero il tratto distintivo, c’è un mix di agrumi e frutta secca che abbraccia tutta la bocca. Anche frutta fresca, eh, con mela, mela cotogna, ancora pesche. Anche qui la compattezza è una qualità: cresce il marzapane, insieme alle spezie (tabacco, chiodi di garofano). Lo sherry qui è più percepibile, il secondo palato è più asciutto e fa emergere il cioccolato al latte, i fichi secchi. Qualcosa ricorda certe birre scure.
F: fuliggine di nuovo, un gradito ritorno. Con spezie del legno, miele a nastro e albicocca secca.
Palato e finale alzano il voto, che per noi è un deciso 90/100. L’olfatto è la parte più complicata da capire, perché lo sherry è sotto traccia e perché per certi versi sembra incompiuto. Lo splendido mouthfeel e il finale eccellente spazzano via ogni dubbio. E ci ricordano che Dailuaine è uno dei malti con lo spettro di sentori e sfaccettature più ampio di Scozia.
Sottofondo musicale consigliato: Broken Social Scene – Sweetest kill