Fra i vari parenti che vi possono capitare a Natale, il nostro augurio è che si presenti alla vostra porta lo Zio. Zio Whisky, ovviamente, cioè l’ottimo Armin. Il quale al Milano Whisky Festival non si è fatto mancare nulla. Avremo modo di assaggiare una chicca che ci ha lasciato e anche di riprovare a degustare alla cieca un sample segreto come già fatto l’anno scorso. Per adesso ci accontentiamo di un Ballantine’s 30 anni imbottigliato nel 1977 e importato da Spirit di Genova. Pochi preamboli e si beva, suvvia. Il colore di questo blended d’epoca è oro carico.
N: la prima sensazione che colpisce è quella di una burrosità fuori dal tempo, come se un mix di burro di cacao, burro di karitè e burro classico si fondessero insieme sprigionando un aroma delizioso. C’è del fudge, anche, e perfino il fondo della cheesecakce: biscotti Digestive e burro. Questa dimensione si amalgama alla frutta, che è cremosa, come una ganache alla papaya, o al mango. Marzapane, cioccolato bianco che si arricchiscono pian piano di screziature: fava tonka, una sensazione di fumo, motori a scoppio accesi in lontananza. Tutto fuso insieme.
P: inevitabilmente la morbidezza estrema, unita al tempo e alla gradazione bassa, ha fatto “sedere” i sentori al palato. Rimangono fudge e una dolce idea di frutta cotta che insieme ci suggeriscono una sola cosa: tarte tatin. Ci sono sentori di budino al cioccolato, pan di spagna, crema cotta. La pasticceria nella sua forma più idealizzata: non un vero dolce, ma il paradiso dei dolci. Qualche cenno di sherry, noci e pepe bianco. Ancora quel mix papaya-mango che tante gioie ha dato a WhiskyFacile consentendoci di scrivere “tropicale”, forse la nostra perversione più profonda.
F: medio corto, con ancora frutta esotica, mou, un velo di legno cerato e forse un filo di fumo di sauna.
Senz’altro un whisky buono, ma anche fragile. Soprattutto al palato e nel finale paga un po’ questo corpo non eccezionale, che viene sfarinato dal tempo. Intendiamoci, ha delle note antiche da perdere la testa, e anche la frutta è assai evoluta, fantastica. Dura poco, però, è come un fugace pomeriggio di sole in mezzo all’inverno. Ci accontentiamo di godercelo, dai: 87/100. Grazie Armin!
Sottofondo musicale consigliato: Nine Inch Nails – The Fragile