Avanti dritti come una tetragona testuggine romana verso la conquista di tutte le Special Release Diageo 2024. Dopo il Singleton, tocca al Mortlach, un’altra distilleria quasi sempre presente fra le ultime SR. Il “tramonto di mezzanotte” – questo il nome scelto dal marketing Diageo – parte dal malto della distilleria conosciuta come “bestia di Dufftown” per lo stile carnoso e saporito dato dagli worm tub, ma fa un invecchiamento quantomeno singolare, se non bizzarro: l’affinamento avviene infatti in botti che avevano contenuto vino bianco Ramandolo e vino rosso Sangiovese. Ardito eh. Il colore è oro.
N: una bestia imbellettata, tipo un rottweiler con il tutù e il guinzaglio con i glitter e le piume di struzzo. Profumato, più che zozzo come al solito. Ci sono prugne gialle, ananas, albicocche secche. Ci sono, poi, delle mele cotte con con qualcosa di frutti rossi e del caramello. Insomma, la parte fruttata è importante e pimpante. Contrariamente al solito, gli aromi sembrano abbastanza eterei, non oleosi. Marzapane con le ciliegie candite e l’uvetta. Col tempo emerge il tono vinosetto, con ciliegie sotto spirito anche. Col tempo emerge un tocco sulfureo quasi fumé: è il “marchio” del malto Mortlach, anche se qui è proprio soltanto in filigrana, secondario. Ecco, il distillato comunque ha una sua presenza, non è stato totalmente abusato dal barile.
P: un palato che conferma le sensazioni olfattive, ma accelera sul pedale della dolcezza. Si apre ancora con quelle note tra la frutta sciroppata e il caramello, caramelle Rossana, Amarene Fabbri, praline con ripieno di frutti rossi. Poi si cambia registro e si approda sull’astringente, la nota dovuta al finish in barili ex vino: noci pecan, ma anche cacao, caffè, perfino qualcosa di ginepro. C’è una bella oleosità da frutta secca che ci fa finalmente riconoscere il leggendario corpaccione di Mortlach. Qualcosa ci ricorda la carne affumicata e pepata.n Alcol molto ben integrato.
F: dolce e amaro/legnosetto, un mix ancora di marmellata di ciliegie, cioccolato fondente amaro (un poco salato…) e noci.
L’idea di prendere del Mortlach, infilarlo in barili ex Ramandolo (!) e Sangiovese (!!!) e lanciarlo tra le Special Releases aveva tutti i crismi dei grandi gesti avanguardisti, tipo mettere un orinatoio in un museo o Antonio Razzi in Parlamento. Trovate talmente di rottura che possono essere soltanto due cose: cagate pazzesche o colpi di genio. Ora, noi non abbiamo grandissima stima delle botti di Ramandolo in chiave invecchiamento whisky (è la prima che assaggiamo), quindi partivamo prevenuti. Però bisogna dire che no, non è per niente una cagata pazzesca. Anzi, è un whisky molto piacevole e piacione, con una dolcezza forse un po’ troppo sfacciata controbilanciata dall’astringenza amarognola finale. Un ircocervo che sta in piedi e si fa bere, una sperimentazione riuscita, dai. Poi, siccome bisogna comunque dare un voto, aggiungiamo un’altra cosa: ovvero che sentiamo poco la Bestia, il malto di Mortlach, e dunque magari non è proprio il whisky che andremmo a cercare. Ma è fatto insospettabilmente bene, quindi 85/100.
Sottofondo musicale consigliato: Rolling Stones – Beast of burden