Procediamo senza pause nel recensire tutte le Special Releases Diageo di quest’anno. La serie quest’anno si chiama “Spirited Xchange 2.0” e come vi abbiamo già anticipato noi abbiamo assaggiato gli imbottigliamenti durante il Milano Whisky Festival. Dopo l’ottimo Singleton e il sorprendente Mortlach, ecco un Benrinnes di 21 anni che ha passato i primi 15 in botti refill e gli ultimi 6 in barili rigenerati che avevano contenuto vino e in barili rigenerati di rovere americano pesantemente tostato. Il colore è un bell’oro con riflessi rosa.
N: estremamente vario. Si apre con una nota fresca, quasi di fiori e frutta: un frutteto con ciliegi e ciliegie, legno di rosa, pesche, addirittura frutti rossi, perfino del mango maturo… Insomma, tante le suggestioni ortofrutticole, che si intersecano con quelle antiche e “nobili”: legno intarsiato, arredamento demodè. C’è un’aria di mobilio, legno lucidato, ma anche cantina, pavimento di dunnage. L’invecchiamento è considerevole e queste suggestioni old style portano con sé anche delle screziature più sporchine, di cancelli e ingranaggi, forse ruggine. Muri umidi. Insomma, in 4 righe siamo passati dai frutteti alle secrete di un castello. Aggiungiamo anche qualcosa di vegetale e balsamico, tra foglie di té e qualcosa di tabacco. Caldo, sfaccettato.
P: se il naso era vecchio stile, il palato è molto più moderno. Nel senso che è pienissimo, dominato dalle spezie e inizialmente dalla dolcezza del caramello. Anzi, sono frutte caramellate ad essere precisi: pesche caramellate, ancora marmellata di frutti rossi. Il lascito dei barili ex vino è qui più evidente, una certa potenza di fuoco della liquirizia e del legno si scatena sotto graccia. Croccante alle mandorle, di nuovo un’acidità che oltre al vino (e all’uva fragola!) ricorda l’arancia amara. Ecco, ci sono note di Old Fashioned, il drink non la discoteca. Il legno cresce ancora, rabarbaro, té iper-infuso, astringenza. Pazzesco come sia cambiato di nuovo.
F: arancia, legno, pepe rosa. E una venatura balsamica che torna in mezzo alle note del barile.
Uno dei whisky più cangianti che ci siano capitati ultimamente. Sul serio, ci sono talmente tanti colpi di scena che neanche in un film di Nolan. Riesce a tenere insieme una frutta piacevolissima, un apporto evidente del legno, la vinosità, le spezie e perfino quel tocco di sporcizia tipico della distillazione di Benrinnes. In questo è senz’altro un prodotto “da laboratorio”, in cui il master blender ha studiato alla perfezione l’equilibrio di ogni componente. Qualcuno dice: non si sa in che categoria incasellarlo, è un po’ tutto e un po’ niente. Noi rispondiamo: una categoria ce l’ha, è quella particolarissima di Benrinnes, un malto per i nerd che non si arrendono alle cose facili: 87/100, un punticino in meno per quella punta amara/sour che ci trattiene da un voto ancor più bombastico.
Sottofondo musicale consigliato: Garbage – Beloved freak